Monitorare costantemente l’andamento delle aziende associate con l’obiettivo di riportare all’attenzione del Ministero dello Sviluppo Economico l’attuale realtà della produzione della birra artigianale italiana, comparto fortemente interessato dalle restrizioni in atto per le attività di somministrazione, per il quale però il Decreto Ristori (D.L. 28/10/20 n. 137) non prevede interventi. Con questa prima azione, Unionbirrai, associazione di categoria dei piccoli birrifici indipendenti, intende muovere un’importante passo a tutela di un settore già fortemente colpito dalla pandemia.
Ancora una volta l’emergenza Covid-19 potrebbe nuocere gravemente alla birra indipendente, perché se da una parte il Decreto Ristori ha previsto un contributo a favore di bar, pub e ristoranti, direttamente interessati dalle restrizioni degli ultimi provvedimenti per contenere i contagi, dall’altra non ha prestato attenzione alle aziende di quella filiera strettamente legata al mondo della somministrazione, come i produttori indipendenti di birra artigianale.
“Il parere della nostra associazione sugli interventi previsti dal Decreto Ristori è fortemente negativo. – ha affermato Vittorio Ferraris, direttore generale Unionbirrai – Come inopportuna ci appare la scelta di individuare come destinatari di sovvenzionamenti unicamente i codici ATECO direttamente colpiti dalle misure restrittive, come quello delle attività di somministrazione, non tenendo in considerazione la filiera strettamente legata a questo settore e andando quindi a penalizzare il comparto della birra artigianale italiana, che seguendo principi di filiera corta e territorialità si esprime maggiormente nei canali commerciali tipicamente legati a quelli della somministrazione.”
L’intento di Unionbirrai è ora quello di sottoporre dati concreti all’attenzione dei ministeri competenti, affinché il settore della birra artigianale indipendente venga attenzionato come fortemente colpito, in considerazione anche del fatto che il comma 2 dell’art. 1 del D.L. 28/10/20 n. 137 già prevede l’individuazione di ulteriori codici ATECO fra i destinatari di aiuti, a condizione che tali settori siano direttamente pregiudicati delle misure restrittive, anche se al momento i fondi previsti non sono sufficientemente adeguati a soddisfare tutte le aziende che potrebbero essere coinvolte.
“Abbiamo già avviato un monitoraggio settimanale con i nostri associati sull’andamento delle loro aziende, rilevando già nella prima settimana dati estremamente preoccupanti. - ha proseguito Ferraris - Per questo ora più che mai l’invito di Unionbirrai ai suoi associati è a far fronte comune per sottoporre all’attenzione del Governo la revisione dei contenuti del decreto a fronte della nostra categoria”.