Con il nuovo DPCM cambiano le regole di ingresso e uscita dal
nostro Paese per tutti gli addetti del settore dei trasporti internazionali.
Non
uno stop generale del settore
Quello di cui stiamo parlando non è però un blocco completo al settore. I trasporti internazionali rimangono in essere e non si sono mai fermati. Quello che
cambia con l’ultimo Decreto in materia di corona virus sono alcuni formalismi
burocratici per imprese e personale che dal nostro Paese si muove verso gli
altri dell’Unione Europea, e il contrario.
Molti sono infatti i Paesi dell’Unione Europea, e non solo, con cui le nostre aziende e imprese tengono quotidianamente relazioni
commerciali e lavorative. Pensiamo a Paesi esteri Austria, Slovenia,
Francia, solo per citarne alcuni. Sappiamo che i dati più aggiornati sull’andamento
dell’epidemia in corso non sono confortanti, soprattutto per i nostri cugini Oltralpe. È infatti richiesto da alcuni giorni per gli autisti di trasporti
internazionali che entrano in territorio
francese di portare con sé un certificato di viaggio da scaricare sull’apposito
sito governativo.
Diverso ancora il caso di Paesi come l’Austria, dove
la situazione pandemica sembra maggiormente sotto controllo. Qui a chi proviene
dai Paesi europei, tra cui anche l’Italia, non è richiesta alcuna quarantena
preventiva, come invece accade per chi si è recato in un territorio a rischio nei dieci giorni antecedenti.
Limitazioni
per alcune regioni italiane
C’è il caso invece di Paesi esteri, come la Slovenia, dove l’ingresso è vietato
non agli autisti provenienti da tutto il nostro Paese, ma solo da alcune
determinate regioni, considerate maggiormente a rischio. Tra queste compaiono,
tra le altre, Campania, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia. Gli autisti per esempio
del settore
trasporti
internazionali di Parma e Piacenza e di altre specifiche regioni italiane, per poter entrare in Slovenia devono sottoporsi a una quarantena di dieci giorni oppure presentare referto
negativo di test effettuati entro e non oltre le 48 ore precedenti.
Cosa cambia per chi entra in Italia?
Gli autisti di imprese straniere che per esigenze di lavoro devono entrare nel nostro Paese possono farlo solo dopo aver redatto un’autodichiarazione che certifichi le reali esigenze lavorative e comunicare inoltre il proprio ingresso al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente.