Promozioniservizi è una società attiva nella gestione completa e accurata, per conto delle banche clienti, della garanzia rilasciata da Banca del Mezzogiorno – Medio Credito Centrale in relazione ai prestiti richiesti agli istituti di credito dalle Piccole e Medie imprese nazionali.
Una risorsa, quella del Fondo di Garanzia per le Pmi, istituita per legge nel nostro Paese nel lontano 1996 e operativa da circa un ventennio, ma soltanto negli ultimi mesi salita all’onore delle cronache, per via delle speranze che essa sta suscitando tra gli imprenditori quale viatico per uscire dal pantano della crisi da Coronavirus.
Abbiamo parlato delle potenzialità di questo strumento economico con Alessandro Castiglioni, amministratore delegato di Promozioniservizi, reduce dai festeggiamenti in azienda per la recente presa in carico della milionesima domanda pervenuta al Fondo di Garanzia per le Pmi.
La risposta va sicuramente cercata nel rapido susseguirsi degli eventi in questo incredibile 2020. La combinazione tra la pandemia da Covid 19 e il successivo lockdown stabilito dalle autorità si è rivelata letale per la solidità finanziaria di molte imprese, le quali, a causa del blocco forzato imposto alle attività, nel giro di due mesi si sono trovate parecchio in difficoltà. Da qui il ricorso, tra le varie forme di finanziamento, anche alla garanzia pubblica sui prestiti offerta dallo Stato, per tentare di ripartire e, purtroppo in certi casi, per evitare di chiudere i battenti.
Quanto ha inciso la politica nella divulgazione al pubblico di questo prezioso strumento?
Lo ha definito bene: il Fondo di Garanzia in questo momento è una manna per gli imprenditori. Dopodiché, la politica si è rivelata decisiva nella contingenza attuale. Certo, come abbiamo detto in precedenza, il Fondo esiste da un ventennio, e Promozioniservizi, attiva dal 2012, è specializzata nella sua gestione con un’offerta di servizi a supporto senza pari in Italia, ma è soltanto ora che il suo meccanismo ha ingranato. La sua accelerazione infatti è stata incoraggiata dall’alto.
Allude alle mosse del Governo?
Mi riferisco ai numerosi decreti economici emanati dall’esecutivo dallo scorso mese di marzo a oggi e agli equilibri macroeconomici stabiliti a Bruxelles, in seno alla Commissione Europea. Dopo decenni di rigore sui parametri finanziari che i singoli Stati sono stati tenuti a rispettare, infatti, finalmente questa primavera i vertici europei hanno compreso che per non finire inghiottiti dalla crisi era necessario immettere liquidità nel sistema. Ecco dunque spiegata, attraverso il temporary framework, cioè il quadro temporaneo di aiuti di Stato alle imprese, la possibilità di dare piena attuazione a una risorsa come il Fondo di Garanzia per le Pmi.
Ed ecco spiegata la milionesima domanda di accesso al Fondo…
È un risultato che ci rende orgogliosi. Ma attenzione: se teniamo conto che in Italia esistono 6 milioni di Pmi, ciò vuol dire che all’appello ne mancano ancora 5 milioni! Tanto lavoro rimane ancora da fare per aiutare le imprese a risollevare la testa.
Non è, forse, che gli imprenditori hanno paura di impelagarsi in pratiche burocratiche e tempi biblici?
Non ne avrebbero motivo: attraverso la nostra intermediazione, l’accesso alla garanzia pubblica sul prestito richiesto alla banca si esaudisce in un tempo massimo di quindici giorni. L’impresa non ha che da domandare il finanziamento alla propria banca, che trasmette a noi la richiesta di valutazione di ammissibilità all’agevolazione. Noi, poi, collaboriamo con Mediocredito Centrale attraverso sistemi informatici, in virtù dei quali garantiamo alla banca l’approvazione del prestito al cliente nei tempi suddetti.
Per quali importi?
Il Fondo di Garanzia per le Pmi garantisce prestiti fino a 5 milioni di euro con un’assicurazione sul credito del 90%, e di 30 mila euro con una garanzia del 100%. In quest’ultimo caso, con tempi di restituzione di 10 anni, a un tasso inferiore all’1%.
Veramente una manna dal cielo. Ma se l’impresa, appunto, è in crisi, quali garanzie private può offrire al Fondo?
In questa fase i criteri di accessibilità richiesti sono davvero molto blandi. Focalizziamoci su un prestito tipo da 30 mila euro: il Fondo richiederebbe al cliente un bilancio approvato che riporti un ricavo quattro volte superiore alla cifra domandata e/o la presenza di spesa salariale che ai fini dei calcoli viene raddoppiata.
Perché, al di là della volontà politica, tanta generosità?
Ancora una volta c’entra la politica. Il regime di Temporary Framework, infatti, scade il prossimo 31 dicembre, salvo proroghe.
Fonte notizia
www.milanobiz.it intervista-alessandro-castiglioni-promozioniservizi