Sono tanti i pugliesi messi in difficoltà economica dall’obbligo di quarantena tanto che, come certifica un’indagine condotta per Facile.it da mUp Research e Norstat ad aprile 2020, se in totale le famiglie della Puglia che hanno visto calare le entrate sono oltre 655.000, il 4,1% dei rispondenti, pari a circa 48.000 nuclei familiari, ha visto calare il proprio reddito mensile di oltre il 50%.
Se si guarda a chi ha ammesso di aver perso il 100% delle proprie entrate, la percentuale è, in regione, del 7,4%, equivalente a oltre 86.000 famiglie, e, continuando ad analizzare i dati nel dettaglio, più di un rispondente su sei, pari quindi al 15,7% dei nuclei familiari pugliesi, ha dichiarato di trovarsi già oggi in una situazione di difficoltà economica.
Come i pugliesi stanno affrontando la situazione
Gli aiuti previsti dal Governo: i più richiesti e quelli più utili
Se si analizzano le risposte di coloro che hanno dichiarato di aver fatto ricorso ad una o più misure introdotte dai decreti del Governo emerge che tra gli intervistati pugliesi la percentuale è pari all’11,6%. Guardando ai soli interventi per i quali i cittadini hanno potuto scegliere se aderire o meno, quello più utilizzato dalle famiglie della Puglia è stato il bonus da 600 euro per autonomi e partite Iva (57,1% dei rispondenti pugliesi che hanno fatto uso di aiuti governativi contro una percentuale nazionale del 48,7%), seguito dalla possibilità di prolungare la validità della polizza Rc auto o moto in scadenza per un mese o di prorogare le revisioni (28,6% vs un valore nazionale pari al 13,2%) e dalla possibilità di sospendere il mutuo prima casa (7,1%).
La ricerca ha infine voluto indagare quali fossero, tra i principali interventi introdotti dal Governo per fronteggiare l’emergenza, quelli ritenuti più utili; alla domanda “indichi i tre interventi che ritiene più utili”, il 55,4% degli intervistati pugliesi ha risposto il bonus di 600 euro per autonomi e partite Iva (47,5% a livello nazionale), seguito dal divieto di licenziamenti e l’ampliamento della cassa integrazione (49,6%) e dalla sospensione del mutuo prima casa (33,9% contro una media nazionale del 39,2%).
* Metodologia: n. 1.508 interviste CAWI ad un campione rappresentativo della popolazione adulta, in età 18-74 anni, sull’intero territorio nazionale. Indagine condotta ad Aprile 2020.
Fonte notizia
www.facile.it