È in corso la più grande chiamata alle armi della storia per gli “artigiani del digitale”. L’azienda 3DZ è leader in Italia nella vendita e consulenza di stampanti 3D. “Salveremo gli ospedali con la prototipazione e accelereremo le innovazioni dei processi produttivi”. Il nodo dei brevetti e delle certificazioni medicali sull’asse Italia-Usa
Per la prima volta nella storia le stampanti 3D sono diventate eroine salvavita. Un ospedale ha finito le valvole per i respiratori? L’artigiano digitale riesce a riprodurne cento in poche ore violando i brevetti e consegnandoli prima della casa madre. C’è urgenza di fare tamponi? Con la stampante 3D se ne producono a centinaia a prezzi irrisori. Servono mascherine e caschi protettivi? Partono open call e progetti innovativi per velocizzare le forniture. Qualcuno vuole modificare un prodotto? Il caso della riconversione delle maschere da snorkling della Decathlon ha fatto il giro del mondo.
Un fenomeno, questo, che nasce da una emergenza: la produzione di massa non è in grado di rispondere alle esigenze mediche collegate alla pandemia. È in corso un cambio di paradigma nella produzione e gli artigiani della stampante digitale stanno giocando un ruolo fondamentale. Mettono a disposizione il proprio know how e le proprie stampanti, producono pezzi e salvano vite ogni giorno innovandosi ogni giorno.
A Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, ha sede la 3DZ, azienda leader in Italia nel settore nella vendita di stampanti e scanner 3D. Una realtà che lavora in 16 filiali tra Italia ed Europa installando agli oltre 1.600 clienti migliaia di stampanti, scanner e software 3D. Il gruppo, che oggi si basa su un centinaio di dipendenti e fattura più di venti milioni di euro, ha come fiore all’occhiello 28 tecnici specializzati. “Sono loro a istruire le aziende che comprano le nostre stampanti”, spiega il country manager Italia di 3DZ, Ivan Zannol. “Grazie ai nostri consigli creano pezzi unici, irripetibili, usando materiali dei quali neppure conoscevano l’esistenza. Se possiamo salvare vite con le innovazioni tecnologiche, vogliamo essere in prima linea”.
Ebbene, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ad esempio, uno dei fornitori di 3DZ, Formlabs, sta lavorando per fornire agli ospedali tamponi di prova in 3D per testare il Covid-19. Durante i test i tamponi sono stati stampati in lotti da 300 pezzi su una singola piastra di costruzione Form 3. Il tutto con materiali certificati: Formlabs collabora da anni con la FDA, la Food and drug administration, l’ente statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. I vantaggi sono anche economici. 3DZ stima che con una semplice stampante, in poche ore, e ad un costo ridicolo (25 centesimi), si possano creare fino a 500 tamponi; con 20 stampanti si arriverebbe a produrre dai 10 ai 14 mila tamponi in ventiquattro ore.
La sfida, delle prossime ore, sono le certificazioni medicali. Marco Tormena, channel manager di Markforged, multinazionale americana: “Sono in corso test negli ospedali di Boston sia per le visiere che per i tamponi”, conclude lui. “Con 3DZ siamo in contatto per dare il massimo supporto agli ospedali d’Italia. In questo momento storico l’America e l’Italia, anche tramite la stampa 3D, sono in contatto quotidiano”. Non solo. Si sta lavorando anche alla realizzazione di protezioni per il viso. “Forniamo il design ai nostri clienti e partner in modo che possano usarlo nelle loro comunità locali”, spiega Marco Tormena, sales channel manager di Markforged. “L’asticella in plastica deve essere flessibile, resistente ma allo stesso tempo non troppo rigida per non danneggiare il naso del paziente. La flessibilità dei materiali di stampa 3D, con la possibilità di rinforzare il pezzo solo in alcuni punti, rendono questa soluzione particolarmente utile. La stampa 3D può trasformare una linea di produzione dalla creazione di profumi a disinfettante per le mani o fornire una parte mancante”.