Qualunque sia la sua provenienza, la porchetta è un piatto che da sempre mette d’accordo tutti gli italiani a tavola. Dove sia nata esattamente, però, rimane ancora un mistero. C’è chi ne rivendica la paternità ad Ariccia nei Castelli Romani, chi a Campli in Abruzzo e chi in Toscana. Il termine deriva dal maschile porchetto, animale prediletto nei riti sacrificali in onore delle divinità antiche. Successivamente, però, si scoprì che era la carne della femmina ad essere più magra ma al tempo stesso più gustosa. Fu così che iniziò la lavorazione di suini di sesso femminile da cui deriva appunto il nome “porchetta”. Ad ognuno la sua Protagonista indiscussa delle feste popolari, la porchetta si realizza partendo dal maiale intero, dissanguato, svuotato delle interiora e immerso in una vasca di acqua calda per essere depilato. Vengono poi aggiunti sale e aromi vari, e il tutto viene legato con uno spago e cotto in forno o sullo spiedo. Se la base di partenza è comune in tutta Italia, a fare la differenza sono le modalità di condimento che cambiano da nord a sud. La principale differenza è nell’utilizzo di finocchietto e rosmarino, utilizzati rispettivamente ad Ariccia e in Toscana. Nonostante venga sempre fatta raffreddare prima, in realtà il momento migliore per gustarla al meglio è quando è ancora calda, possibilmente tra due fette di pane casereccio croccante. Anche qui però nulla è lasciato al caso: le diverse parti, infatti, devono essere ben bilanciate, in modo tale da avere sia la parte grassa che quella magra, e l’immancabile crosta. Oggi la porchetta è ormai diffusa in tutta Italia, anche se sono ancora pochi coloro che sanno farla al meglio, rispettando i dettami della tradizione. Per acquistarla, rivolgetevi alle attività e alleaziende agricole specializzate con ampia esperienza del settore. Non ve ne pentirete.
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www.laporchetta.it it