“Come spighe di grano”, edito da Il Seme Bianco, è una storia di odio da parte dei nazisti contro il popolo italiano, reo di tradimento con l’armistizio dell’8 settembre 1943. Odio che si sprigiona come vendetta su civili innocenti, sui contadini, pretestuosamente accusati di aver ucciso un soldato tedesco.
È la narrazione dello stato d’animo della gente, in continua apprensione per la loro sorte. Vi si legge la paura di rimanere vittime dell’ira e della crudeltà dei nazisti; ma anche il desiderio di pace, di libertà, di una vita normale. Nel Fabrianese, dove sono presenti formazioni partigiane, moltissimi civili innocenti, per lo più contadini, perdono la vita trucidati dalla furia nazista.
L’eccidio della famiglia Baldini, di cui tratta questo racconto, si è perpetrato di fronte alla capanna degli attrezzi della loro casa di campagna. Furono uccisi sei uomini, di cui quattro appartenenti a quella famiglia. Due riuscirono miracolosamente a salvarsi. La storia di questi eccidi si basa sulla testimonianza diretta dei sopravvissuti.
“Avevo circa nove anni eravamo tutti a tavola, i discorsi tornavano spesso a una casa di campagna, durante il periodo della guerra. Vi abitavano i miei e dovettero abbandonarla subito dopo per una qualche disgrazia. In mia presenza ne parlavano per accenni, per sottintesi, forse per non rivelarmi qualcosa che non dovevo sapere. Tutte le volte che facevo domande o mi azzittivano, o cambiavano discorso.”
Una storia intrisa di ricordi e dolori per un passato che ha segnato l’io narrante di queste vicende spezzando la sua famiglia.
Dino Cencio è nato nel 1945 ad Ancona, dove vive. Laureato in Lettere Moderne all’Università Carlo Bo di Urbino ha pubblicato un romanzo sulla guerra nei Balcani, La libertà dentro (2014), Albatros.
COME SPIGHE DI GRANO, Dino Cencio, Il Seme Bianco, pp.127, euro 12,90