Publio Emilio Celso sarà chiamato a compiere un’investigazione per l’esercito sulla strana uccisione di un fornitore di derrate. Nel corso dell’indagine, perderà molte delle sue certezze, ma scoprirà il valore del mondo culturale in cui è nato: mondo minacciato dalla barbarie esterna, il cui simbolo iconico è proprio la terribile Foresta Nera, che permea di paura ogni recesso, inclusi quelli della mente.
“La Germania fece la sua apparizione nella vita di Roma il 113 a. C., nelle voci inquietanti di mercanti italici che riferirono nel Foro che al di là delle Alpi una massa innumerevole di uomini, donne e bambini giungeva dalle terre dell’ignoto e si andava adunando per marciare sull’Italia.”
“Da quell’estate dell’anno nove dell’era volgare, e per molti anni a seguire, quel bosco biancheggiò di ossa umane e di animali. Se ne avvistavano ogni dove, sotto le frasche, presso i ceppi, ai piedi degli alberi e persino sulle fronde. E dovevano essercene proprio molte, là dentro ne erano caduti ventimila. Lembi di tessuto, schegge lignee di armi, rari frammenti metallici, qualche ruota di carro, cesti e utensili rotti, persino il guscio di una carruca dormitoria completavano lo spettacolo dei resti di un esercito romano, penetrato nella Selva Nera, o Ercinia, per non uscirne più. Il nostro uomo guardava senza fermarsi. Riconosceva gli oggetti perché li aveva davvero visti – proprio quelli – qualche anno prima, quando viveva in mezzo a quella gente che ora decorava con le proprie ossa il fogliame.”
Massimo Drago, nato nel 1966, è originario di Corbetta, in provincia di Milano. Cintura nera di karatè, laureato in giurisprudenza, ex aviere dell’Aeronautica Militare, lavora nell’editoria giuridica, con qualche appagante incursione nella narrativa e nella saggistica storica. Viaggia ovunque vi siano vestigia romane da visitare.
IL GIGANTE DI GESSO, Massimo Drago, Il Seme Bianco, pp.167. Euro 15,90.