Si è appena conclusa la XX Edizione del Napoli Film Festival, diretto da Mario Violini, con un ricco programma dispiegato dal 24 settembre all’1 ottobre 2018, fra cinema, istituti, enti e centri di cultura nazionali ed internazionali, con convegni, incontri pubblici, e soprattutto proiezione di corti e lungometraggi con l’intento di scoprire nuovi talenti. La Città di Napoli ha avuto per otto giorni il baricentro cinematografico al Cinema Hart, con incontri svolti anche all’Institut Français, all’Instituto Cervantes e al Cinema Vittoria, nuova sede di “Parole di Cinema”, con la sezione mattutina dedicata agli studenti degli istituti superiori napoletani organizzata in collaborazione con Mobydick di Rita Esposito. Ci sono stati cinque concorsi con opere provenienti da diversi Paesi, e le retrospettive dedicate a grandi quali Ingmar Bergman, Bruno Dumont e Andrzei Wajda.
Il “Vesuvio Award” come Miglior Film a “In the Aisles” è stato assegnato al regista tedesco Thomas Stuber, nel concorso internazionale Europa/Mediterraneo. Al film islandese “The Swan” di Ása Helga Hjörleifsdóttir è andata la “Menzione speciale” ed il premio “Augustus Color”, e anche il premio “Lab80-Avanti!”.
Nella categoria Corti, per la sezione “SchermoNapoli” firmata da Giuseppe Colella il vincitore è Iacopo Di Girolamo con "N". Nella categoria Scuole la migliore opera premiata con il Il “Vesuvio Award” è stato il cortometraggio “La Colpa” di Egidio Ferrara con gli allievi dell’Accademia dello spettacolo di Portici. Per le scuole di I grado vince “La voce dentro urla” di Claudio D’Avascio e i ragazzi dell’I.C. 46 Sciajola-Cortese di Napoli. Per le Scuole Primarie il premio è stato assegnato a “Scarabocchi d’Autunno” di Giovanni Bellotti e gli studenti del 48° C. D. Madre Claudia Russo di Napoli. “Back To Nature”, del regista portoghese João Pombeiro, musica dei Nightmares On Wax, ha vinto il nuovo concorso musicale “Videoclip Sessions”, coordinato da Giulio Di Donna.
Fra gli incontri di approfondimento nella mattinata di venerdì 28 settembre al Cinema Hart, in collaborazione con l'Ordine dei Giornalisti della Campania, c’è stato l’incontro sul cinema sperimentale e le nuove forme di diffusione nel dibattito “Quale spettatore per il cinema italiano di qualità”, con il saluto del Presidente dell’OdG Campania, Ottavio Lucarelli e del direttore del FFN, Mario Violini, lo stesso che ha moderato poi gli interventi di Domenico Dinoia, Presidente della Federazione Italiana Cinema d’Essai, di Simone Moraldi e Claudio Storani della Rete degli Spettatori e dei numerosi contributi che sono venuti dalla platea.
In apertura incontro Marcella Cerciello ha analizzato il modo del giornalismo di inchiesta, politica e giustizia, nella rappresentazione cinematografica, da “Sbatti in mostro in prima pagina” di Marco Bellocchio del 1972, con Gian Maria Volonté, al “Muro di Gomma” di Marco Risi, con Corso Solani, del 1991 sull’incidente aereo di Ustica del 1980, in cui morirono 81 persone; da “La giusta distanza” di Carlo Mazzacurati, del 2007, a “Fort Apàsc” di marco Risi, con Libero De Rienzo nei panni di Giancarlo Siani, assassinato dalla camorra.
Il giornalista Russo ha parlato del cinema come arte contemporanea. Nel corso del successivo dibattito Claudio Storani ha sottolineato che “la sfida di oggi è il nuovo spettatore, c’è molta distanza fra la qualità e il rapporto con lo spettatore. E l’elemento in più è la sala ed in Italia è in corso grande rivoluzione in atto. Certo ci sono i nuovi autori ma al massimo faranno 10 film. Mario Monicelli (1915-2010) prima di diventare tale ha fatto tantissimi film. Il cinema è diventato un evento di nicchia e da quello bisogna ripartire”. Un passaggio del pregnante intervento di Simone Moraldi è visibile grazie alle immagini riprese e postate dal sociologo Antonio Castaldo per IESUS, Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali. https://www.youtube.com/watch?v=or0_Bl7AarU&feature=youtu.be
Domenica Dinoia, ha parlato di fidelizzazione e socialità: “Da anni aumentano gli spettatori dei cineforum. In Italia si producono 250 film all’anno, e sono in aumento, molti non riescono ad uscire in sala. Tutto ciò crea disorientamento nel pubblico. Sì, ci sono produzioni interessanti, ma negli ultimi tempi poco coraggiose, soliti attori, solite commedie, produzioni gestite dalle televisioni dirette al grande pubblico. Bisogna andare contro corrente. Si fatica a trovare un autore che oltre la prima opera si afferma e diventa di valore internazionale”.
Quando il direttore del FFN, Mario Violini, ha accennato ai suoi trascorsi presso il Centro Culturale Giovanile, il sociologo e giornalista Antonio Castaldo ha chiesto la parola per ricordare che proprio in quel Centro Culturale Giovanile, in Via Caldieri al numero 66, ci sono stati gli inizi cinematografici del giovane Paolo Sorrentino, Premio Oscar con “La grande bellezza” nel 2014, di cui lo stesso regista è autore della sceneggiatura insieme a Roberto Contarello, ed ha affermato: «Tralasciando tutta la produzione di lungometraggi, dall’Uomo in più, 2001, a The Young Pope, 2016, e pensando ai suoi iniziali esercizi di stile con cortometraggi, dal micro “Un Paradiso”, https://www.youtube.com/watch?v=MLE6y-jyDOc del 1994, scritto e diretto insieme a Stefano Russo; a “L’Amore non ha confini”, https://www.youtube.com/watch?v=ojNGG8mPGrk del 1998, è il caso di dedicare un pensiero al variegato mondo degli autori, attori e tecnici dei cortometraggi in Italia che va ulteriormente incoraggiato, sostenuto, promosso, rappresentato e distribuito». I relatori hanno assecondato l’invito rappresentando impegno e nuove idee a sostegno dei giovani autori e del mondo del cortometraggio.
Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali - Brusciano NA -