L'Africa si sta "svegliando". Certo, chiamarlo Rinascimento africano sarebbe un'esagerazione, pur piacendo ad alcuni, ma qualcosa di nuovo sta accadendo. Non fornisce certamente il rimedio in grado di contrastare l'estrema povertà presente nel continente, ma almeno offre un po’ di speranza per il futuro. Dal Mediterraneo al Sud Africa, ogni cosa è in movimento. Ondate di persone si spostano lasciando le aree rurali per raggiungere i sobborghi limitrofi delle città. Seguono il collegamento invisibile della telefonia mobile, mentre ingegneri e lavoratori cinesi costruiscono le strade e le ferrovie, destinate ad aprire la strada verso la modernità, in un continente che non è mai riuscito a raggiungere questo traguardo da solo.
Nonostante ciò, è bene non farsi troppe illusioni, poiché questo processo si trova solo agli inizi e l'Africa rimane comunque il continente più povero al mondo. Nonostante i segnali di una rinascita di questi ultimi dieci anni, la quota africana dell'utile del pianeta non è cambiato da quello di trent'anni fa, mentre la popolazione è in crescita e raddoppierà entro la metà del 21 secolo. Il viaggio africano sarà quindi un viaggio in salita, nonostante il continente goda di risorse naturali.
Il maggiore ostacolo lungo il percorso verso un Rinascimento africano è la fragilità delle classi politiche al governo in quasi tutti i paesi. Ciò è dovuto principalmente ad una riluttanza ancestrale alla cooperazione tra paesi, questi ultimi troppo piccoli per poter costruire da soli un solido benessere economico. Inoltre, questi stessi paesi sono per tradizione contrari alla creazione di alleanze necessarie al loro rafforzamento e per il loro continuo sviluppo.
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