Il testamento pubblico, secondo le disposizioni del codice civile, deve per forza prevedere la presenza di un notaio. L’atto viene preso in carico dal professionista alla presenza di due testimoni. Le credenziali per poter essere testimone di un lascito testamentario sono:
· Essere maggiorenni
· Essere cittadini italiani
· Essere cittadini stranieri purché non vi siano interessi diretti in merito all’eredità da distribuire.
Sono inibiti a fare da testimoni alcune categorie, vediamo nel dettaglio quali sono:
· Persone non vedenti
· Persone audiolese
· Portatori di handicap relativo alla facoltà di parlare
· Tutti i parenti in linea retta e in linea collaterale fino al 3° grado
· Gli affini e il coniuge del notaio e del testatore.
Sono escluse anche tutte le persone che per qualche ragione non vogliono apporre la firma sul documento.
Redazione del testamento pubblico
Il testatore che vuole procedere con la redazione del testamento pubblico, esprimerà al notaio le proprie volontà. Esso non potrà affatto cambiare o terminare di sua mano il testamento. Il notaio potrà solo fungere da sostegno, per chiarire o spiegare quali sono le conseguenze sia giuridiche che pratiche di ciò che egli ha disposto.
Uno degli elementi che contraddistingue questo tipo di testamento, è che a differenza di quello olografo non deve essere scritto di proprio pugno dal notaio. Egli può prendere atto del testamento e stamparlo anche attraverso il computer, rendendolo poi valido con le pratiche burocratiche del caso.
L’ultimo atto dopo aver redatto il testamento pubblico, è quello per cui il notaio ne dà lettura a colui che lo ha voluto redigere, e ai testimoni. A questo punto chiederà a tutti i tre di dare conferma nel voler procedere con l’ufficializzazione. Non è una procedura tanto per fare, in quanto tale conferma verrà inserita nero su bianco all’interno del testamento pubblico.
Spesso vediamo che, uno degli elementi necessari affinché l’atto sia valido, è quello della firma. Nel caso del testamento pubblico invece, è possibile procedere anche nel caso il testatore non sappia o non possa firmare. È sufficiente farne menzione al momento dell’atto e scriverlo nella stesura, precisando qual è la natura del sopracitato impedimento.
Testamento pubblico: i vantaggi
Uno dei vantaggi nel fare il testamento pubblico, è forse quello più importante, ovvero la presenza del notaio. Esso sarà garanzia di validità, in quanto è insindacabile quanto è stato dichiarato di fronte a lui. Questo evita molti problemi, che spesso si verificano nelle famiglie al momento di spartirsi i beni del parente defunto.
Altro elemento importante è la conservazione del testamento pubblico. Il notaio lo conserva in un apposito fascicolo, dove resterà fino alla morte del testatore. Inoltre, una copia va all’archivio notarile. Tale procedura è anche un notevole aiuto per chi è analfabeta, e per tutti coloro che per ragioni di salute dovute a particolari malattie, non sono in grado di scrivere.
Testamento pubblico: gli svantaggi
Quando si elencano i vantaggi di qualcosa, per ‘par condicio’ si deve andare a vedere anche se ci siano degli svantaggi. In questo caso, sebbene non siano molti, ci sono e sono abbastanza evidenti. Alla fine dei conti però, rappresenta una scelta molto importante, e volendo almeno uno dei due svantaggi si può aggirare.
Il primo è il costo. Per un testamento pubblico ci sono da pagare le spese notarili, che a volte sono piuttosto onerose. Altro svantaggio è quella della divulgazione del contenuto. Il notaio è legato al segreto professionale e non dirà alcunché, ma lo stesso obbligo non esiste per i testimoni, i quali potranno senza problemi far sapere a chiunque quali sono le volontà del testatore.
Tale problema può essere aggirato procedendo con il testamento segreto, al quale i testimoni potranno partecipare solo al momento della registrazione dell’atto (che avverrà con busta chiusa e sigillata nelle mani del notaio).