Emerge sempre più chiaramente la rete di relazioni pericolose del Qatar con le organizzazioni jihadiste. Questo tema sarà al centro della prossima Conferenza di Monaco per la sicurezza. Mentre a Marrakesh, Marocco, si prepara una conferenza di organizzazioni femminili contro l'estremismo dei Fratelli Musulmani.
Il Qatar è da tempo accusato di intrattenere quelle che in termini cinematografici si potrebbero definire ''relazioni pericolose'' con i movimenti radicali ed estremisti, come ad esempio i Fratelli Musulmani. In soldoni l'emirato è accusato di sostenere il terrorismo internazionale grazie a finanziamenti a pioggia elargiti a fondazioni, realtà pseudo-caritatevoli, enti non meglio identificati ma tutti facenti riferimento alla galassia di riferimento della Fratellanza, intente al proselitismo al fine di jihadismo. In Siria piuttosto che in Iraq o in Libia, come si teme di vedere con maggiore frequenza di quanto visto finora.
O in Occidente, dove l'attività di proselitismo jihadista è stranamente sempre costante quanto a finanziamenti, essendo divenuto sempre più arduo filtrare e intercettare i flussi di denaro verso queste realtà; denari mascherati da donazioni benefiche, money transfer, proventi da attività commerciali: tutto confluisce verso la rete di finanziamenti verso il proselitismo estremista. Questi meccanismi hanno visto la luce della ribalta specialmente mediatica da quando l'Arabia Saudita ha deciso di intraprendere un percorso diverso rispetto a quello comune con Doha, messo in piedi durante le prime fasi della guerra siriana. Ed ecco che un po' tutto il mondo, oltre ad Arabia Saudita, Emirati Arabi, Egitto ed altri Paesi arabi ha iniziato a vedere nel Qatar un pericolo per la sicurezza globale. I suoi contatti e le sue relazioni.
Tutto questo, insieme ad altre tematiche prettamente legate alla sicurezza continentale, sarà all'ordine del giorno della Conferenza di Monaco che si terrà dal 16 al 18 febbraio. La discussione si preannuncia particolarmente corposa, visto che ormai non si ritiene più procrastinabile a livello internazionale un intervento massiccio e concreto nel campo del finanziamento del terrorismo; e il ruolo del Qatar come primo attore di questo meccanismo sarà sotto la lente di ingrandimento, così come ci si attendeva da tempo. Il possibile ruolo avuto da esponenti di alto livello negli attacchi di Parigi del 2015, così come emergerebbe da documentazione processuale relativa ad un caso trattato in Francia. Insomma, un occhio in profondità sul fenomemo dell'infiltrazione qatarina nei movimenti dell'estremismo internazionale. Vedremo se la Conferenza di Monaco avrà le conclusioni che le indiscrezioni lasciano intravedere; speranza che avrà senza alcun dubbio il suo compimento nel summit che nei prossimi giorni si terrà in Marocco, a Marrakesh. Un evento organizzato e coordinato da gruppi di donne provenienti da ambienti i più diversi, le quali si confronteranno fra le altre cose sulla tematica dell'estremismo e dell'attività dei Fratelli Musulmani non solo nel Paese ma anche nell'intero quadrante nordafricano, sponda sud del Mediterraneo.
Segno che l'attenzione si va alzando sempre di più nei confronti dell'attività di proselitismo della Fratellanza e che c'è la sensazione, specie negli ambienti più vicini all'intelligence, di un imminente cambio di passo. A cui vanno contrapposti strumenti e visioni efficaci.