Matteo SIMONE
C’è tanta curiosità intorno al mondo degli ultrarunner, di seguito Marcello rispondendo ad alcune mie domande di un po’ di tempo fa, racconta il suo incontro con l’ultramaratona che gli ha cambiato la vita felicemente, soprattutto incontrando persone speciali.
Qual è stato il tuo percorso per diventare un Atleta? “Ho giocato prima a calcio e poi a calcio a 5 fino al 2006, come portiere, e quindi correndo poco. Un po’ per caso, nella primavera del 2007 ho tentato di fare un giro di corsa del lago del Segrino (lungo 5 km), sono riuscito e da lì mi sono appassionato sempre più a questo sport. Nel 2008 ho disputato la prima mezza maratona, a fine 2009 la prima maratona e a giugno 2012 ho corso la prima ultramaratona. Quell’esordio alla Pistoia Abetone è stato speciale perché ho conosciuto Francesca, la mia fidanzata. Da tre anni corro solo ultramaratone, ho trovato la mia dimensione podistica, e nell’ultimo anno lo faccio insieme a Francesca (che ha il DNA da campionessa, lei ha già vinto alcune ultra)!”
Quali sono i fattori che hanno contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Amo correre, ho un fisico minuto e adatto a questo sport, posso mangiare qualunque cosa senza alcun problema (meglio se sono dolci, sono golosissimo!) e poi di carattere sono molto cocciuto e disciplinato e mi so gestire bene. Sicuramente sono caratteristiche che nella corsa servono, oltre ad un recupero fisico molto rapido dopo le gare. In più mi aiuta anche la passione per numeri e statistiche: fare calcoli e proiezioni mi riesce molto bene mentre corro, lo faccio spesso e mi tiene la mente occupata.”
Nello sport chi ha contribuito al tuo benessere o alla tua performance? “Con piacere faccio il nome del mio allenatore Luca Sala, una persona eccezionale. Non ho mai avuto un allenatore nei primi 9 anni di corsa, ma a fine agosto Luca ha iniziato a seguire la mia fidanzata Francesca, proponendole un piano di allenamento serio in ottica della 24h (lui allena la nazionale femminile) e io mi sono unito con curiosità al programma. Nelle prime tre gare sotto la guida di Luca ho fatto tre PB (6-12-24h) e siamo solo all’inizio! Coach Luca mi ha motivato tantissimo, gli allenamenti sono sempre piacevoli. Insomma, gli sono molto grato sia a livello sportivo che personale e ne approfitto per ringraziarlo pubblicamente. Mi auguro si possa continuare a percorrere insieme tanta altra strada!”
Qual è una tua esperienza che ti possa dare la convinzione che ce la puoi fare? “Caratterialmente nella corsa tendo a non mollare mai. Se poi ci si allena bene e ci si gestisce intelligentemente di testa, credo che si possa arrivare all’obiettivo che ci si è dati. A volte indubbiamente qualcosa va storto (nelle gare così lunghe ci sono sempre incognite), ma si può non mollare lo stesso. Ho avuto un problema fisico dopo neppure due ore della 24 ore di Putignano che mi ha impedito di proseguire la corsa; ci tenevo a fare quella gara, ormai ero lì, e così ho continuato camminando (un po’ acciaccato) per le 22 ore successive, senza mai pensare al (forse più logico) ritiro. Ma “ritiro” è una parola che non fa parte del mio vocabolario.”
Come ti prendi cura di te ora dopo una gara di 24 ore di corsa? “Faccio ferie il giorno seguente (al lunedì) ma questo tipo di gare mi sballa per qualche giorno i normali ritmi, di notte riesco a dormire poco nei giorni appena seguenti e di conseguenza sono un po’ stanco nelle ore diurne e lavorative. Poi mangio tantissimo (ma non è una novità, lo faccio anche senza le 24h di mezzo) e per quanto riguarda la corsa, riposo tre o quattro giorni, di solito riprendo in zona weekend (stavolta di venerdì).”
Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva? “Condivido il meraviglioso mondo dell’ultramaratona, con la mia fidanzata Francesca, sono molto fortunato ad avere questa passione comune. Mio papà è orgoglioso di noi, e ho tanti amici (runner e non) che mi seguono con affetto, in particolare sui social media: mi fa molto piacere. Qualcuno degli amici (che non corre) dice che siamo un po’ matti a fare queste corse così lunghe, per me sono esperienze incredibili.”
Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva? “Mi viene in mente un episodio bizzarro. Era una 100 km un paio di anni fa, stava giungendo sera ed ero verso il km 80. Mi si affiancano due sconosciuti in auto e mi osservano un po’ mentre corricchio a bordo strada. Poi tirano giù il finestrino e mi chiedono se volevo un passaggio verso il traguardo. Sono rimasto allibito e li ho fatti allontanare! Purtroppo so che alcuni accettano queste cose, ma mi chiedo che spirito di lealtà e di competizione abbiano verso gli altri ma soprattutto verso se stessi.”
Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare sport? “Sicuramente mi si è fortificato e mi ha dato più sicurezza. Anche l’autostima ne trae giovamento.”
Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere? “Sono una persona tranquilla, serena e quasi sempre di buon umore; amo l’ironia, sono molto tenace, determinato, metodico e assai disciplinato (in tutti i campi, non solo nella corsa). Correndo amo cercare nuovi obiettivi e poi cerco di raggiungerli! Ma in ogni caso corro per divertirmi, senza farne una malattia, la corsa rimane uno splendido hobby, seppur impegnativo.”
Che significa per te partecipare ad una gara sportiva? “Emozione, divertimento, amicizia, competizione, sfida, risultato, ricordi. Ogni gara, e in particolare ogni ultra, per me è una bellissima esperienza in un ambiente molto piacevole. Ne ho fatte più di 30 soltanto nell’ultimo triennio, ognuna mi ha dato qualcosa di positivo.”
Quali sono le difficoltà, i rischi, a cosa devi fare attenzione nel tuo sport? “Dovrei sicuramente alimentarmi e bere maggiormente, soprattutto in allenamento (spesso non mangio né bevo nulla neanche nei lunghi, perché non ne sento l’esigenza). Ma credo che sarò sempre più attento a questi particolari, per migliorare bisogna non sottovalutare nessun aspetto, come mi dice spesso il coach!”
Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport? “Corro da un decennio ormai, e non intendo smettere, se fisico e salute continueranno ad assistermi anche in futuro. Nei rarissimi infortuni occorsi finora (nulla di grave, peraltro) tendo un po’ ad andare giù di morale, come se non ci fossero soluzioni, poi però dopo qualche settimana si riparte guariti, con ancora più voglia ed entusiasmo di prima! Mi piacerebbe continuare in questo modo per parecchio tempo.”
Quale è un messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi allo sport? “Lo sport vi può regalare enormi gioie, soddisfazioni, autostima, amicizie ed emozioni e fa crescere tanto di carattere. Iniziate a praticarlo, non ve ne pentirete! Io personalmente ho un debole per gli sport “di fatica”.”
C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva? “Assolutamente no: evito il più possibile tutti i tipi di medicine e pure gli integratori (forse erroneamente per questi ultimi). Addirittura qualche mese fa non volevo iniziare una cura contro l’asma, prescritta da un importante pneumologo dopo alcuni miei ripetuti problemi asmatici notturni, perché ero infastidito dall’assunzione di farmaci proprio per questo motivo. Mi hanno quasi dovuto obbligare, il medico mi disse che sottovalutare l’asma era un rischio che potevo pagare caro in seguito ed era sciocco non curarmi. Il mio vero doping sono i dolci e il cioccolato, ne mangio ogni giorno in quantità industriale (e la mia conformazione fisica per fortuna me lo permette!)”
Quale può essere un messaggio per sconsigliare l’uso del doping? “Ce la si deve fare da soli, piuttosto strisciando, invece che ricorrere in aiutini squallidi e contro le regole. Ogni traguardo si deve conquistare metro dopo metro, con fatica e impegno. Ottenerlo in modo diverso è irrispettoso e disonorevole verso se stessi e verso gli altri atleti “onesti”.”
Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport? “Non ho mai pensato a questo aspetto in realtà. Ma in questi ultimi mesi ho sperimentato quanto sia utile anche il ruolo “psicologico” di un allenatore: i suoi consigli, il suo aiuto, il suo supporto sono sempre molto preziosi, sia per gli allenamenti che durante la gara. L’ultramaratona è sicuramente uno sport in cui conta più la testa delle gambe, bisogna trovare equilibri perfetti e cercare di non mollare mai.”
Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare? “Nel 2012 ho incontrato Francesca grazie alla corsa e ho realizzato uno dei miei sogni. Insieme stiamo correndo da anni ed è un altro sogno che prosegue. Spero di realizzare anche il prossimo sogno, vorrei arrivassimo entrambi in nazionale: Francesca mi pare proprio sulla buona strada… e io mi impegnerò per raggiungerla!”
L’intervista risale a un po’ di tempo fa, entrambi Marcello e Francesca hanno fatto passi da giganti, personal best nelle loro gara, ma Francesca sembra avere una marcia in più è riuscita a essere convocata in Nazionale e a partecipare ai mondiali di 24 ore a Belfast con un ottima prestazione di 210km suo record personale.
Approfondire il mondo degli ultrarunner mi ha permesso di scrivere alcuni libri di cui uno con il recordman Daniele Baranzini dal titolo Ultramaratoneta: analisi interminabile, inoltre la mia opera dal titolo Ultramaratoneti e gare estreme
http://www.prospettivaeditrice.it/index.php?id_product=357&controller=product
Matteo SIMONE
http://www.psicologiadellosport.net/eventi.htm
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