Agnese Sanna è nata ad Ancona nel 1988. È musicista e insegnante di Musica. È stata pianista della Jumpin’ Jive Orchestra di Roma con la quale si è esibita all’Auditorium Parco della Musica di Roma, Rai Radio Uno, Rai Uno e Rai Due, in quest’ultima è stata ospite da Giancarlo Magalli.
Ha una sua attività personale di composizioni di piano solo e piano e orchestra che ha raccolto in due album The Hero (2019) e Renaissance (2020) di cui è uscito l’omonimo singolo (con video) che lo precede. Ad esso è collegato il libro ‘Rinascere nonostante tutto’, prima esperienza da scrittrice. Molto arriva sui social dove non manca regalare improvvisazioni sul momento col piano e nuovi frammenti di suoi lavori. È da poco uscito il suo nuovo singolo “Epiphany”; molte altre le collaborazioni e i progetti in cantiere.
A settembre 2024, assieme ai concerti da solista, in duo e trio, è stata relatrice durante le giornate di studi Barzizziani che si sono svolte presso la discoteca di stato, la cui presentazione è avvenuta in Senato, alla Sala Nassirya.
Intervista ad Agnese Sanna: l’anima della musica tra tradizione e innovazione
1. Agnese, sei una pianista, polistrumentista, compositrice e arrangiatrice. Come descriveresti il tuo stile musicale in una frase?
Uh. Caspita. Cominciamo con cose semplici! E’ un po’ difficile ma ci provo.
Il mio vuole essere uno stile libero, di apertura, senza schemi, in cui passi l’emozione provata in quel momento, ogni volta diversa ad ogni esecuzione ed esibizione. Fondamentale si crei un contatto col pubblico, chi ascolta e le proprie emozioni. Oggi ne siamo un po’ distanti secondo me.
2. Il tuo percorso artistico è radicato nella tradizione ma guarda costantemente al futuro. Come riesci a bilanciare queste due anime nella tua musica?
E’ stata una cosa spontanea e naturale venuta da subito. Avevo capito che mentre studiavo per pianoforte classico in conservatorio avevo bisogno allo stesso tempo di variare e “deviare” da quel seminato, mi piaceva molto la musica pop che ascoltavo quel periodo, magari mezzo secondo prima stavo ascoltando Mozart! Le vedevo in qualche modo già “insieme” mentre le ascoltavo. Facevo difficoltà a concentrarmi sui compiti perché pensavo già a come “arrangiarle” insieme. Prendevo spunto durante i passaggi pianistici di Liszt o studi e Notturni di Chopin, ascoltando i vari grandi interpreti nostrani e internazionali. Quindi a 14/15 anni nel risuonare col piano le canzoni moderne le combinavo con la classica che studiavo, facendo dei primi “mashup”.
3. Hai collaborato con realtà prestigiose come la Jumpin’ Jive Orchestra e ti sei esibita in contesti importanti. Qual è stato il palco o il progetto che ricordi con più emozione?
Il mio primo album e singolo “The Hero”, passato in rotazione per 2 mesi alla Trend City Radio di Los Angeles, con annesse interviste ad altre radio importanti americane sempre.
Poi sicuramente quello con l’Orchestra. Come progetto, poiché nasceva dalla collaborazione con la mia tesi di Laurea a Roma sugli arrangiamenti di brani anni 30, 40, 50 del Maestro Pippo Barzizza e la già formata Jumpin’ Jive, interessata a quel repertorio. Grazie a questo connubio ho calcato palchi come l’Auditorium Parco della Musica a Roma, Rai 1, Rai Radio 1, Rai 2. Ma anche e soprattutto quanto venuto immediatamente dopo con la pandemia, con il mio progetto di singolo Renaissance, titolo dell’omonimo album e con il libro che ho scritto nello stesso periodo dal titolo “Rinascere nonostante tutto”. Per quanto fossimo tutti impossibilitati ad incontrarci fisicamente in quel periodo, perché interdetto dal covid, 19 la mia musica e i miei lavori hanno potuto tanti viaggiare e raggiungere di nuovo l’Oltreoceano grazie al digitale ed internet.
A proposito di pandemia, c’è un palco che ricordo con più emozione di tutti, quello dell’ospedale della mia città quando sono stata invitata a suonare per le vittime del covid. Ricordo tutto: il fiato sospeso dall’emozione, il nodo in gola, la mascherina, gli sguardi dei medici e pazienti dalle finestre, un pianoforte a coda e comunque poesia nel dolore, la ricerca di speranza nelle facce di tutti.
4. Nel 2020 hai pubblicato “Renaissance”, un singolo dal titolo evocativo. Qual è stata la scintilla creativa dietro questa composizione? Cosa rappresenta per te questo brano, progetto e quale messaggio volevi trasmettere?
E’ stata durante la pandemia l’ispirazione per Renaissance e tutto il progetto. Appena si chiudeva il collegamento delle lezioni online in DAD con i miei alunni di scuola. Ogni volta, specialmente da metà Aprile e per tutto Maggio 2020, scrivevo ed aggiungevo un pezzettino diverso alla composizione sino a che non è diventata intera. La versione iniziale di Renaissance era per solo piano ma già avevo e sentivo in testa tutta la tessitura orchestrale. Piano piano mi accorsi che si stava costruendo l’album da solo assieme alle altre creazioni. Il messaggio che volevo e voglio continuare a trasmettere è che si può rinascere dentro il dolore, come quello che stavamo vivendo tutti con la pandemia ma anche e soprattutto quello che vive ciascuno di noi nelle proprie vite quotidiane oggi. Anche nelle circostanze più difficili può essere più di un fiore riesca a sbocciare anche nel deserto o, come scriveva Nadia Toffa, anche d’inverno. Ne sono convinta anche tutt’ora. Un dolore può essere sempre trasformato.
5. Essere un’artista oggi significa anche confrontarsi con il mondo digitale e i social media. Oltre ad essere una musicista e compositrice, sei anche molto attiva sui social media. Quanto è importante per te comunicare col pubblico attraverso questi canali?
Adesso più che mai è decisivo essere presenti sui social, per arrivare a più persone possibili di tutte le età; è bello fare una live anche che in un preciso istante, mentre stai arrangiando, improvvisando o componendo qualcosa di nuovo: lo puoi condividere e avere già un primo parere, interagire col pubblico cosi, chiedere che emozioni suscita un primo frammento di qualcosa di nuovo che sta emergendo in quel momento. In più, dalla pandemia in poi, ho notato che le persone in generale hanno sempre più voglia di interagire e raccontarsi. Ancora più bello quando, nella tua musica, trovano qualcosa che ha comunicato loro cosi tanto da farli aprire e condividere. Meraviglioso! Spero continui ad accadere ciò.
6.Il mondo della musica oggi è in continua evoluzione. Quali sono le sfide più grandi che un’artista come te deve affrontare e quali opportunità vedi?
Per certo il mondo artistico deve confrontarsi e fare i conti con l’avanzare dell’intelligenza artificiale e la realizzazione di prodotti interamente realizzati con il digitale e la tecnologia di chat gpt. Continuo sicuramente a credere di più nell’animo umano creativo, artistico e al suo genio, alla storia che ognuno di noi ha. Questo fa sì che in base al proprio vissuto, cantanti, musicisti, autori continuino a raccontare cose che l’ia non sperimenta a mio parere. Allo stesso tempo però non si può far finta di nulla e della realtà in cui viviamo, una collaborazione è già in atto tra uomo ed ia. L’ia si sta continuando a sviluppare e migliora con i suggerimenti delle persone in carne ed ossa. Ma dal connubio di questi 2 elementi chissà cos’altro può nascere? Sono curiosa anch’io di stare a vedere. Continuo comunque a sperimentare tante altre molteplici opportunità provenire dal solo ingegno umano.
7. Hai un approccio poliedrico alla musica, suonando diversi strumenti. Ce n’è uno che senti particolarmente “tuo”?
Il Pianoforte. Il mio strumento. E dentro di esso sento sempre tutta l’orchestra. Con lui c’è e continua ad esserci un dialogo così fitto, intimo, profondo ed unico che è irrinunciabile. In qualsiasi momento questo dialogo c’è, in vari momenti della giornata, inaspettatamente nasce qualcosa di nuovo. Sicuramente dei tempi privilegiati sono quando c’è la calma della sera assieme al silenzio. O anche la mattina presto prima di andare a lavoro. E’ entusiasmante creare, che sia col piano o altri strumenti, la magia nasce sempre con la musica! È questo il bello!
8. Se dovessi scegliere un artista o un album che ha cambiato il tuo modo di vedere la musica, quale sarebbe e perché?
Sorrido un po’ perché qui dentro ci sono tante persone, a partire dalla formazione classica sino ai giorni nostri. Mi hanno insegnato tanto Mozart, Bach, Beethoven, Brahms, gli operisti come Verdi e Wagner e il mio amato Chopin con interpretazioni di Horowitz, Magaloff, Martha Argerich, le personalità di un Glenn Gould o un Ramin Bahrami, Lang Lang,…
Per quanto riguarda pianisti versatili contemporanei nutro una forte simpatia per Stefano Bollani con il quale sento una grande vicinanza ed aderenza come intenti, modo di fare musicale, artistico e pianistico, quel divertirsi, riarrangiare e passare agilmente dalla classica al pop/rock o, talvolta, sovrapponendoli. Per quanto riguarda cantanti ho una passione smisurata per Elisa, Negramaro, Mannoia, Battisti -Mogol e tutto il cantautorato storico nostrano. Per ciò che concerne il panorama internazionale sono figlia degli anni ’90/2000, mi sono divertita con il nuovo punk rock dei Blink 182, con i Chumbawamba, Aqua, Savage Garden, ma anche le immancabili bands come Backstreet Boys, Spice Girls, Savage Garden e potrei andare avanti a citarne molti altri. Poi mi sono appassionata al jazz e allo swing, quindi da li Charlie Parker, Oscar Peterson e Michel Petrucciani sono stati altri padri. Ma uno più di tutti ho nel cuore e del quale sto cercando di portare avanti la memoria assieme ad altri amici colleghi musicisti: Pippo Barzizza, grande Maestro degli anni ’20, ’30, ’40 in Italia assieme ad Angelini hanno scritto la storia della musica leggera italiana di quegli anni portando l’arrangiamento a conoscenza di chi faceva musica a quell’epoca. Il suo modo di essere, fare, comporre, arrangiare e suonare sicuramente continua a parlarmi ancora oggi e lo sento vivo.
9. Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere attraverso la tua arte? C’è un filo conduttore che lega le tue composizioni?
Ciò che desidero trasmettere ha una tematica comune, ovvero la riscoperta delle cose belle, del dolore che, se affrontato, si può trasformare in arte, la convivenza con esso ed eventi della nostra vita meno felici da cui possiamo trarre sempre qualcosa di Buono e degli insegnamenti. Alle volte vedo che l’interesse, specialmente dei ragazzi, si è spostato verso situazioni macabre, d’aggressività e violenza. Mi piacerebbe che gli stessi adolescenti possano scoprire una chiave e una via come è successo a me tramite la musica, o nell’arte, il teatro, Lo sport, una qualsiasi passione. Spero possano trovare un senso in un’epoca, assieme al periodo della vita che stanno vivendo, molto sfidanti e complicati più che mai al giorno d’oggi. Si parla di esclusione di coetanei, bullismo e baby gang, ma mi auguro si faccia più spazio ad una ritrovata umanità e coesione.
10. Guardando al futuro, quali sono i progetti o i sogni artistici che non vedi l’ora di realizzare, cosa possiamo aspettarci da Agnese Sanna nei prossimi anni?
La mia mente non è mai ferma, è un continuo fermento, un vulcano che sta li li per eruttare, continuamente e sempre. Diciamo che ci sono diversi progetti artistici anche con collaborazioni che sono in cantiere, assieme a concerti già stabiliti da tempo, previsti per il 2025. Sogni artistici se ne sono già realizzati tanti, sono andati persino molto oltre le aspettative e di questo sono sempre contenta e soddisfatta ma ci sono sempre anche molte sorprese dietro l’angolo! Quindi…
Stay tuned!;)