di Adolfo Tasinato
Nell'era digitale, il rapporto tra arte e tecnologia si sta evolvendo in modo sempre più complesso e affascinante. Le grandi fiere d'arte stanno diventando osservatori privilegiati di questa rivoluzione silenziosa che sta forse ridisegnando i confini della creatività umana.
Il ruolo dell'Intelligenza artificiale nel mondo dell'arte
L'intelligenza artificiale sta emergendo come un protagonista inaspettato nel panorama artistico contemporaneo. Non più un semplice strumento tecnologico, l'IA si sta trasformando in un vero e proprio co-creatore, sollevando interrogativi profondi sull'essenza stessa dell'arte e della creatività.
Nelle grandi fiere d'arte gli ultimi anni hanno visto un graduale ma costante ingresso di opere generate o modificate dall'intelligenza artificiale. Gallerie e curatori si trovano di fronte a un fenomeno che sfida le tradizionali categorie estetiche e concettuali. Non si tratta più di una semplice sperimentazione tecnologica, ma di un vero e proprio movimento artistico che sta guadagnando credibilità e riconoscimento.
Creatività algoritmica
Gli algoritmi di apprendimento profondo sono oggi capaci di generare immagini sorprendenti, composizioni musicali innovative e persino testi poetici. Le reti neurali addestrate su milioni di opere d'arte possono creare nuove immagini che si collocano in un territorio di confine tra riconoscibilità e straniamento.
Un esempio emblematico è rappresentato dai lavori generati con tecnologie come DALL-E, Midjourney e Stable Diffusion. Questi strumenti non sono più visti come mere macchine per la riproduzione, ma come veri e propri "assistenti creativi" che aprono nuove prospettive artistiche.
Il dibattito etico e concettuale
L'ingresso dell'IA nel mondo dell'arte solleva questioni etiche e filosofiche complesse. Chi è l'autore di un'opera generata da un algoritmo? L'artista che ha progettato l'IA, l'algoritmo stesso o forse un concetto di creatività collettiva e distribuita?
Le grandi fiere d'arte diventano così luoghi di dibattito e riflessione dai quali possono emergere punti di vista chiarificatori. Non più solo spazi espositivi, ma veri e propri laboratori concettuali dove si ridefiniscono i confini tra creatività umana e artificiale.
Timori e opportunità
Molti artisti tradizionali guardano con diffidenza a questa nuova frontiera. Il timore è che l'IA possa sostituirsi completamente alla fantasia e alla competenza artistica umana, banalizzando il processo creativo. Eppure, l'esperienza più avanzata sembra dimostrare che l'IA è piuttosto uno strumento di amplificazione della creatività umana.
Un pittore può utilizzare l'IA per esplorare variazioni compositive impossibili con i metodi tradizionali. Un musicista può generare sequenze armoniche inedite. Un poeta può far dialogare il proprio immaginario con suggestioni generate attraverso un algoritmo.
Artefiera Bologna: osservatorio di una rivoluzione artistica
La prestigiosa fiera bolognese con i suoi eventi collaterali si conferma come un punto di osservazione privilegiato di questi cambiamenti.
Gia nel 2023 promossa da Alchemilla in collaborazione con MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, ha avuto luogo una esposizione con lo scopo di indagare sul concetto di autorialità, facente parte del programma della decima edizione di ART CITY Bologna, il ricco programma di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collaborazione con BolognaFiere in concomitanza di Arte Fiera.
Sempre durante Artefiera è stato dibattuto il tema dell'intersezione tra intelligenza artificiale, arte e diritto con gli esperti Pietro Buccarelli e Teresa Fico.
Altro evento significativo è quello a cura della Organizzazione culturale Sineglossa che da settembre 2024 a giugno 2025 presenta The Next Real, una rassegna di mostre, talk, laboratori e tavole rotonde su arte, intelligenza artificiale e società, diffusa in varie location della città di Bologna.
Con un programma di eventi che spazia da una mostra sulla sorveglianza biometrica di massa e sul tracciamento delle nostre vite, a un’esposizione su come l’intelligenza artificiale trasforma il nostro modo di concepire la memoria e il ricordo, fino a un’installazione interattiva per dialogare con le maschere della Commedia dell’Arte e scoprire che le intelligenze artificiali non sono sempre gentili come pensiamo, la manifestazione rende la città di Bologna un luogo unico in Italia dove poter osservare e comprendere l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’essere umano.
Formazione e nuove competenze
Anche nel contesto dell'arte è fondamentale adeguare la formazione agli sviluppi della tecnologia ed in particolare della IA. Le accademie e le scuole d'arte stanno rapidamente adeguando i loro programmi formativi. Non è più sufficiente padroneggiare tecniche pittoriche o scultoree. Gli artisti contemporanei devono sempre più acquisire competenze interdisciplinari, che spaziano dalla programmazione all'estetica algoritmica.
Verso una nuova estetica?
L'intelligenza artificiale non sta sostituendo l'arte umana, ma sta contribuendo a generare una nuova estetica. Un'estetica che celebra l'ibridazione, la contaminazione, il dialogo tra sistemi creativi diversi.
Le opere generate da IA hanno spesso una loro inquietante attrattiva. Sono insieme familiari e stranianti, riconoscibili e impossibili. Rappresentano lo specchio di una società sempre più tecnologica che cerca di ri-umanizzare la tecnologia attraverso l'arte.
Un dialogo aperto
Il rapporto tra arte e intelligenza artificiale non è una questione che ammette soluzioni definitive. È un dialogo aperto, in continua evoluzione, che riflette la complessità del nostro tempo.
Artefiera di Bologna, che si svolgerà dal 7 al 9 febbraio 2025, con la sua capacità di accogliere le nuove istanze artistiche, si conferma quindi un osservatorio cruciale di questa trasformazione. Un luogo dove la tecnologia non è vista come una minaccia, ma come una possibilità di espansione della creatività umana.
Come sarà l'arte del futuro? Probabilmente non sarà né esclusivamente umana né esclusivamente artificiale. Sarà un territorio di contaminazione, di continua negoziazione tra intelligenza umana e algoritmica che dovrà pero' evitare di umanizzare la tecnologia provocando di fatto la deriva verso un transumanesimo anche nell'arte.
Una prospettiva che apre scenari affascinanti, che invitano ogni spettatore a ripensare il concetto stesso di creatività.