L’amore per la natura e le emozioni suscitate da un’atmosfera agreste suscitano le liriche di Gabriele Iscaro, studente liceale appassionato di lettere e filosofie, nella raccolta “Il sorriso dei fiori”, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore. Il giovane autore, nato ad Avellino, vissuto nelle periferie di Benevento, ama mettersi in ascolto della natura, dei suoi suoni, quasi in contemplazione, e trasformare il silenzio delle parole nelle emozioni impresse su un foglio bianco.
«Si crea uno stretto legame - scrive, nella Prefazione, Alessandro Quasimodo, autore, poeta e regista teatrale, figlio del Premio Nobel Salvatore Quasimodo - tra individuo e ambiente che favorisce una certa fusione. Fondamentale, inoltre, il valore del silenzio che permette di riflettere. È importante imparare ad analizzarsi e conoscere il microcosmo custodito in noi. Troppe volte ammiriamo tanti spettacoli o paesaggi senza capire le nostre reazioni, gli interrogativi che si fanno strada ogni giorno e le difficoltà nel trovare risposte adeguate». E sempre Alessandro Quasimodo sottolinea il rapporto che Gabriele ha con la preghiera e con la Madonna, consolatrice, a cui si affida con devozione e a cui rivolge dei versi. “O Madre, Madonna, noi mortali siamo dinnanzi a Te. Creatura senza macchia, il tuo sorriso gradito e puro inonda ed estirpa la zizzania dai cori nostri piangenti”.
Il suo scrivere non è solo una passione passeggera in quanto è in stretto legame con la fede cattolica: è proprio da qui che ricava tutta la sua essenza di poeta, ispirato dall’alto. “Ma la speranza che di più… fede tocca la mia fermezza e riversa tutto in un dì sorto e concepito a Te risorto”.
L’autore dedica, inoltre, una lirica alle donne, che diventano emblema di forza e resilienza, anche nelle difficoltà. “Voi reggenti d’umanità, voi umili e umiliate, voi che tanto avete patito, tanto sofferto, immane è il vostro resistere”. E, attraverso la penna, ribadisce l’importanza di abolire le ingiustizie sociali per ridare pari dignità all’uomo, di non dimenticare i più bisognosi, auspicando un mondo in cui regna la pace tra i popoli. Una realtà segnata dall’amore e dalla bellezza del Creato, rimarcata, a livello stilistico, dall’utilizzo dell’enjambement, che dona movimento al linguaggio, spesso caratterizzato da forme arcaiche e latinismi, per mantenere un fil rouge con il passato. Solo così, in un gioco tra passato e presente, tra il silenzio delle parole e i suoni della natura, i legami più autentici, la bellezza del mondo e dell’arte, si può davvero percepire il “sorriso dei fiori”.