Alla vigilia della sua partenza per Dubai, l’Amministratore Delegato di Snam Stefano Venier condivide alcune riflessioni sui temi al centro della Cop 28 e indica quali sono le prossime tappe del numero uno europeo nel trasporto del gas, che a gennaio presenterà il nuovo piano strategico.
Il “realismo ottimista” di Stefano Venier: un contesto di luci e ombre
Il contesto nel quale si arriva alla Cop 28 è fatto di luci e ombre, secondo Stefano Venier. L’AD di Snam non può che constatare che gli obiettivi previsti dagli accordi di Parigi per il contenimento delle temperature entro 1,5 gradi non saranno centrati. L’Adaptation Gas Report 2023 dell’Unep ha infatti mostrato che gli attuali impegni dei Paesi porteranno ad un incremento di 2,4-2,6 gradi entro la fine del secolo. “Non dimentichiamo che, all’inizio di questo percorso, la traiettoria era di un riscaldamento globale di 4 gradi”, fa notare l’AD di Snam, secondo il quale le posizioni ideologiche hanno ormai lasciato il passo al pragmatismo. “Non va tutto malissimo”, incalza Stefano Venier, “l’Agenzia internazionale dell’energia ha certificato un mese fa che la produzione di energia solare è quadruplicata. Il picco delle emissioni dovrebbe arrivare nel 2030, con dieci anni di anticipo sulle previsioni di qualche anno fa, e proprio in questi giorni, nel vertice tra Biden e Xi, è emerso che gli impegni cinesi sugli investimenti per la transizione energetica saranno irrobustiti”.
Stefano Venier indica la traiettoria di Snam prevista dal nuovo piano strategico
Snam intanto si appresta a presentare il nuovo piano strategico al 2027, il quale prevede investimenti per oltre 10 miliardi. Stefano Venier spiega che il punto di partenza del piano saranno proprio le recenti realizzazioni. “Capitalizzeremo su quanto fatto quest’anno sia in termini infrastrutturali sia finanziari – afferma l’AD di Snam – Il piano che presenteremo sarà un’evoluzione di progetti già impostati come quello sulla Carbon capture and storage (Ccs) a Ravenna con l’Eni, il più importante nel Sud dell’Europa, che inizierà entro metà del ’24 a iniettare le prime quantità di anidride carbonica”. C’è poi l’hydrogen valley di Modena, uno dei più rilevanti progetti di sviluppo dell’idrogeno rinnovabile, a cui si va ad aggiungere il rafforzamento della rete adriatica, tema al centro di un recente confronto italo-tedesco. “Ci stiamo attrezzando con le risorse finanziarie per coprire gli oltre 10 miliardi di investimenti – prosegue Stefano Venier – e manterremo l’approccio che ci ha portato ad anticipare di un anno l’obiettivo di fare funding sostenibile: oltre l’80% del nostro debito è già verde e questo piace al mercato”.