È stato pubblicato con la mediazione dell’editore Miraggi Edizioni il romanzo d’esordio della scrittrice torinese Mìcol Mei, “Il richiamo del Dirupo”, un’opera dalle tinte gotiche che racconta di un gruppo di straordinari inquilini decisosi volontariamente di isolarsi in una villa a picco su una scogliera, Il Pallido Rifugio.
La misteriosa residenza altro non è che un’antica villa disabitata che il suo antico proprietario, Felice Hernandez – con l’aiuto di una donna enigmatica e alquanto singolare – decide di mettere a disposizione per un soggiorno quasi gratuito. Quasi perché l’annuncio non potrebbe apparire più insolito di così, poiché difatti, l’unica cosa che sarà chiesta in cambio ai quattro personaggi (Udri, Egon, Mila eBeniamina) sarà quella di tenere, giorno dopo giorno, un diario che registri memoria dei loro pensieri e delle loro percezioni, di ciò che da tempo, tutti e quattro, sentivano il bisogno di tirar fuori. “Il Richiamo del dirupo” è proprio questo: un luogo che, attraverso l’isolamento, permetterà ai quattro soggiornanti di raggiungere i nodi dei loro problemi irrisolti, delle loro vite al limite.
I protagonisti del romanzo sono tutti e quattro davanti a un bivio: vivere o smettere di vivere, abbandonarsi alla solitudine, al buio, chiudere le persiane perché non filtri più la luce. Eppure, quel buio, saprà dimostrarsi catartico, la metafora di qualcosa che a tutti, prima o poi, è o sarà capitato: il dolore come punto più basso da raggiungere prima di riaffiorare verso la luce. Così Udri, Egon, Beniamina e Mila si troveranno a dover attraversare gli abissi del male e i sotterranei della memoria prima di poter comprendere, una volta per tutte, che cosa è andato storto.
“Il richiamo del Dirupo” si consegna al lettore come un’opera brillante, punto d’incontro e di contatto dell’arte in ogni sua forma: la letteratura, prima fra tutte, ma anche la musica, l’arte pittorica, la fotografia. Nessuna forma d’arte verrà risparmiata da Mìcol Mei che, abilmente, si serve della scrittura in modo inedito: la narrazione passa da personaggio in personaggio, il punto di vista varia, e il lessico alto e lo stile ricercato utilizzati primeggiano sulla pagina. Alla fine del romanzo il lettore non potrà che trovarsi un po’ cambiato: più consapevole sicuramente, protagonista di quel gioco tutto narrativo dove a un certo punto, il lettore finisce per diventare parte integrante della storia. Dove i confini tra ciò che è vero è ciò che è frutto della nostra immaginazione sbiadiscono.
Editore Miraggi Edizioni
Pagine 128
EAN 9788833861593
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