La gestione del risparmio privato richiede una pianificazione finanziaria professionale: sul blog di Banca Generali una panoramica degli strumenti e degli asset in grado di valorizzarlo.
Banca Generali: pianificazione finanziaria fondamentale per un portafoglio di investimento equilibrato
Il risparmio privato è una risorsa preziosa per realizzare i propri sogni e progetti di vita, ma richiede una gestione oculata e professionale. Lo sa bene Banca Generali, che grazie alla sua rete di consulenti finanziari qualificati e alla sua offerta di prodotti e servizi all’avanguardia accompagna i clienti nella definizione degli obiettivi da raggiungere e gli strumenti più adatti per centrarli. Un processo che, spiega l’Istituto in un recente articolo pubblicato sul blog “Protezione&Risparmio”, prende il nome di pianificazione finanziaria. Un’attività imprescindibile per creare un portafoglio di investimento equilibrato. Come evidenzia Stefano Lenti, Responsabile Area Consulenti Finanziari di Banca Generali, la pianificazione “è legata a doppio filo alla diversificazione”, ossia alla ripartizione degli investimenti tra strumenti finanziari e asset class. Tradizionalmente un portafoglio viene ripartito per il 60% in azioni, più volatili ma con rendimenti superiori, e il restante 40% in obbligazioni, dal rendimento più basso ma costante. A questi si aggiungono anche conti deposito remunerati e titoli obbligazionari a brevissima scadenza, che per le loro caratteristiche garantiscono anche una parte di liquidità per le spese impreviste.
Risparmio privato: dai Pac al private equity, gli asset alternativi
Se è vero che la diversificazione rappresenta un pilastro della pianificazione finanziaria, lo stesso si può dire ormai dei piani di accumulo del capitale, noti come Pac, che attraverso l’acquisto graduale di quote dei fondi comuni consentono di investire il risparmio privato posizionandosi sui mercati con una maggiore riduzione del rischio. Un approccio razionale, che Banca Generali definisce “una forma di risparmio a rate” e che permette ai risparmiatori di evitare inconvenienti sul timing degli investimenti. “Prevedere in anticipo l'andamento futuro delle borse è sempre un terno al lotto – spiega Lenti – Chi fa una previsione sbagliata ed entra sui listini poco prima che le quotazioni crollino, per esempio, rischia di collezionare ingenti perdite da cui non riesce più a risollevarsi, se non dopo moltissimi anni”. Complice la tendenza al ribasso dei prezzi delle obbligazioni, negli ultimi anni sempre più portafogli contengono al loro interno anche i cosiddetti private asset. Il private equity è probabilmente la categoria più nota di questi asset alternativi. Si tratta di investimenti che apportano nuovi capitali alle aziende non quotate: lo svantaggio è quindi l’alto livello di “illiquidità”, equilibrato dall’opportunità di godere di un extra rendimento. Per questo si tratta di strumenti destinati agli investitori con obiettivi di medio-lungo termine.