Venerdì 10 marzo a Radio Antenna Feba, alle ore 08:30, la giornalista Simona Tripodi, nel suo programma Tikitità, durante la pillola “Libri in Fm”, intervisterà il poeta Giansalvo Pio Fortunato.
Nel corso della conversazione, che sarà possibile vedere nella pagina Facebook della radio all'indirizzo https://www.facebook.com/antenna.febea, si parlerà del suo libro “Ulivi Nascenti”, edito da Albatros.
Giansalvo Pio Fortunato è un ragazzo dalle molteplici qualità, che vanno da quelle umane a quelle artistiche.
Sin da bambino ha respirato la storia nella sua città natale, Santa Maria Capua Vetere, città di antiche origini, il cui vecchio nome e Capua, città romana, chiamata da Cicerone l'altra Roma.
Questa sua fortuna di nascere in un luogo magico, a favorito la sua scelta negli studi, prima quelli classici, e dopo una parentisi alla Facoltà di Medicina all'Università Federico II di Napoli, comprende che la sua inclinazione è per l'analisi spirituale e critica dell'uomo e della società, per cui ora è uno studente della Facoltà di Filosofia presso il medesimo Ateneo.
La sua passione per la scrittura lo ha portato a scrivere poesie, prima l'accenno di piccoli versi in rima baciata, quindi ricerche sugli autori classici del Novecento italiano, per giungere poi ad una prima vera raccolta Ulivi nascenti.
Le poesie di Giansalvo Fortunato sono arcaiche, di una bellezza di altri tempi, studiate per avvolgerti in pensieri che ti lasciano ricordi di vite vissute all'ombra dell'ulivo, baluardo della cultura greca.
"Ulivi
nascenti" è l'opera prima di Giansalvo Pio Fortunato e
racchiude il percorso di avvicinamento e di elaborazione poetica del
giovane autore.
Tale silloge raccoglie fermenti stilistici antichi
che si congiungono a fermenti stilistici moderni: ad un'architettura
del verso palesemente prosastica corrisponde l'utilizzo di figure
simboliche che la nostra passata cultura ci ha consegnato,
riscoprendole in una chiave nuova; la chiave del "nulla".
La tradizione poetica, anche e soprattutto moderna, tende ad
adempiere ad una compilazione riempitiva, capace di superare lo
"scandalo del nulla" attraverso immagini rarefatte che
diano la parvenza del "nulla", ma che non corrispondono
realmente a questo contenuto.
Il
"nulla" è inteso dall'autore come una logica
evoluzionistica, come la realizzazione poetico- filosofica,di matrice
apertamente heideggeriana, del "non ancora". Il poeta è
etimologicamente il "creatore dal nulla" e questo,
ovviamente, si realizza nel senso contenutistico dei componimenti
poetici. Sono proposte, infatti, immagini fulminanti, soggetti al
confine tra l' "essere stati" ed il "poter essere",
una natura simbolica che si svuota del suo ruolo silenzioso per
divenire dispensatrice di messaggi e di significati più o meno
celati.
In questo ritmo si realizza il "nulla" come un
"non ancora". L'immagine ispirativa genera una linearità
consequenziale dove il passato ( l'ispirazione) diviene presente nel
verso scritto e nel significato lapalissiano; ma cela il futuro, il
significato latente e criptico che rende completa la lettura di tali
versi. È una linea, insomma, che congiunge all'attimo di evoluzione
dall'ispirato all'ispirante, nella chiave simbolica delle
composizioni.
La donna riveste un ruolo certamente cruciale nella raccolta: è personificazione e magistrale resa della poesia, non un mezzo erotico e depositario di eccitazione, ma la vivida fluidità d'una poesia sinuosa e fatta del gioco amoroso tra il poeta ed il verso.
La donna ha tanti volti, tante sembianze, tante sfumature, ma un'unico obiettivo: far palpare la poesia.
Questa raccolta, infine, si distingue anche per l'intento apertamente civile. Il poeta moderno non può non essere un poeta civile perché ha l'ingrato compito di fermare, con le grinfie del verso, la grave "mercificazione della parola". La parola, nella semplice accezione di uso comune, così come il linguaggio, è passata da un gioco di sfumature, che il lessico italiano supporta egregiamente, ad un gioco di smagliature, di grottesche generalizzazioni di significati mediocri dei vocaboli e dei loro contenuti. Il lessico ricercato, infatti, non è segno di un irritante capriccio poetico, ma è la volontà di comporre una stasi tumultuosa; una stasi, cioè, capace di arrestare la frenesia sociale dei nostri tempi con il blocco poetante, con la necessità di analizzare le cose e le persone, le idee, i simboli e le categorie filosofiche. La poesia, allora, strappa il tempo, lo annichilisce, affinché il tempo produttivo/ capitalistico non disorienti e degeneri completamente l'umanità.
Tramite questa raccolta, dunque, si diviene "cultori del nulla" perché "senza quel nulla/ il mondo sarebbe un vuoto ancora più grande".
Mi complimento con Giansalvo, che nonostante la sua giovane età, con la sua prima silloge, ha dimostrato grande padronanze delle parole, sicuramente farà molta strada all'ombra della poesia.