Dopo la fortunata rassegna delle Notti d’Oro 2022, il programma del Filmstudio riprende con un’opera scritta e diretta da Fabio Campagna che con musica e parole racconta la storia del Mediterraneo con Foeva Porta Coeli, in scena il 19 ottobre 2022 – Ore 21,00 al Teatro Tordinona di Roma.
Una narrazione onirica e performativa che ripercorre l’avanzare delle civiltà greca e romana attraverso una chiave che mescola ambientazioni filosofiche e richiami alla Cristianità.
La civiltà antica, che in Roma ha visto la sua forma più compiuta, si rispecchia in quella moderna, cristica – l’amore della Madre e del Padre per il Figlio – che di quella antica rappresenta la piena realizzazione
Intensa è la rappresentazione del corpo come porta d’accesso al cielo, all’invisibile.
Cinque musicisti accompagneranno le apparizioni di personaggi evocativi, profondamente legati alle intense simbologie di cui è ricco il testo di questo lavoro.
Come in tutta la proposta artistica e culturale che il Filmstudio proporrà al Teatro Tordinona, non mancherà il respiro coinvolgente e provocatorio che stimola una riflessione sulla società contemporanea.
Tutti coloro che assisteranno allo spettacolo vivranno un’esperienza sensoriale senza però allontanarsi dalla penetrante fisicità espressa sul palcoscenico.
FOVEA PORTA COELI
di Fabio Campagna
Una produzione CORPO 6
In collaborazione con Filmstudio
Performers: Mariaelena Masetti Zannini, Giuditta Sin, Jessica Harris,
Stefano Pierpaoli, Daphne Fauna Maria Campagna, Federico Dioniso Campagna,
Abiti di Jessica Harris
Musiche di La Muerte Roja scritte, arrangiate e dirette da Fabio Campagna
La Muerte Roja ensemble
Emanuela Lioy: violino elettrico, voce
Danilo Caposeno: pianoforte, elettronica
Jordan De Maio: flauto
Adolfo Spezzaferro: batteria, percussioni
Fabio Campagna: chitarra semiacustica, percussioni
Libretto: adattamento dal VI libro dell’Eneide di Virgilio, Fabio Campagna
Cosa significa essere multidisciplinari nelle arti visive oggi?
Non è solo una questione di saper plasmare e dominare le differenti tecniche artistiche con le quali decodificare e rendere tangibile la propria poetica come fine ultimo di visualizzare e materializzare il pensiero creativo.
Forse oggi nell’abuso fatto dalla critica dell’espressione “concettuale” e ironicamente aggiungerei “ultra-concettuale” per essere multidisciplinari non serve dominare tutte le tecniche di espressione ma sarebbe necessaria una “volontà” di oltrepassare l’idea stessa del manufatto.
Fovea Porta Coeli di Fabio Campagna è una incisiva dimostrazione che il feticcio visivo è soltanto il simulacro fisico di un complesso lavoro mistico, estetico e autobiografico.
Al centro dello spazio si pone l’azione performativa.
Attraverso un rito collettivo che potrebbe in maniera subconscia ricordare una funzione religiosa, con tutti i suoi apparati liturgici e sacrali, lo spettatore riuscirà a leggere una elaborata sinfonia di segni e simboli. Ciò che in un primo momento sembrava solo legato alla materia, infine, si disvela con tutta la sua forza mitica e rituale.
Perché il nesso tra mito e rituale? Perché sebbene non inscindibile, questo nesso è stato una forza rilevante nella formazione delle culture antiche e ha scavato quelle profonde valli della tradizione umana in cui ancora oggi tendono a scorrere i flussi della nostra esperienza.
Nei suoi multiformi aspetti questa opera è un viaggio, o forse sarebbe meglio dire un viatico per conoscere non solo la poetica e la visione dell’artista, ma è prima di tutto lo strumento per conoscere noi stessi: ci costringe a scavare al nostro interno con le mani sporche di terra per trovare infine quel seme da cui tutto può rinascere, e noi, attraversando questa esperienza come si attraversa una porta mistica, diventiamo quella terra che lo concima.
Gianluca Brogna
Estratto dal testo critico, La Porta Mistica