Il mestiere del “fumettaro” ha sempre destato un apparente scetticismo, dato principalmente da un valore approssimativo conferito a chi produce un prodotto di massa come l’illustrazione “usa e getta”, facilmente reperibile e paradossalmente dispensatrice di doti grafiche di inestimabile pregio, non tanto avvilite da una superficialità di stile da attribuire a chi del culto cerca di avvalorarne sia i pregi che i difetti, ma fonte, quindi, di rinnovabili qualità che si associano ai linguaggi di comunicazione che confluiscono sia nel cinema che nell’arte madre di tutte le arti; la Pittura. L’illustrazione assume il ruolo indispensabile di “veicolo di massa”, ricercando quei legami indissolubili nei canoni teorici che determinano la grandezza dell’artista, oltre ogni criterio di giudizio. Facendo un passo indietro, nel patrimonio artistico mondiale, è compito minuzioso ristabilire quel vincolo con la principale espressione visiva e grafica, ricercando, tra i pittori di ogni tempo, la maestria che ha garantito il rinnovarsi di tecniche e stili di disegno. In questa retrospettiva, suddivisa in tre parti, è mio interesse ristabilire un legame concreto tra queste due realtà, riportando la scuola argentina come apice di un valore artistico di primaria importanza, analizzando i principali maestri che possono essere considerati patrimonio artistico mondiale, in Juan Gimenez, Domingo Roberto Mandrafina e Alberto Breccia.
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vannucci-dicinema.blogspot.com 2011 08 fumetti-darte.html