Il prossimo 20 maggio sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, sarà disponibile la conversazione, organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà”, sul tema “Sulle strade della Rivolta”. Una pacifica manifestazione di dissenso che viene repressa violentemente, attentati dinamitardi, eversione, la repressione che avvenne sia nei confronti della Città che nei confronti dei suoi abitanti, processi, sono alcuni dei quesiti, che a distanza di tempo sono avvolti da una fitta coltre di mistero. In diversi punti della Città spuntano le barricate che paralizzano Reggio Calabria. Cariche della polizia, gas lacrimogeni, lancio di pietre, colpi di arma da fuoco, il primo caduto nella seconda giornata di sciopero, e sulle cui cause ancora vi sono diverse zone d’ombra e tanti interrogativi. Un territorio che diventò teatro di durissimi scontri tra civili, di ogni estrazione sociale e partitica, e lo Stato. La rivolta di Reggio rappresenta la ribellione urbana più lunga che la storia della nostra repubblica ricordi, con migliaia di feriti, arresti, diverse vittime sia tra i civili che tra le forze dell’ordine. I moti di Reggio dureranno per quasi due anni, con un conto pesantissimo in termini di morti e feriti. Oltre agli ingenti danni economici. La città si trasforma in quei giorni in un campo di battaglia, con azioni di vera e propria guerriglia urbana, che vede l’utilizzo di sassi e bombe molotov, la costruzione di barricate, attentati dinamitardi, spari contro le forze dell’ordine, auto date alle fiamme, scontri con le forze dell’ordine, interi quartieri in cui divampa la rabbia popolare. La popolazione di tutta la Provincia reggina sposò la battaglia di Reggio, aderendo alle proteste soprattutto a Villa San Giovanni, ma anche in diverse aree della fascia tirrenica, della jonica e di quella aspromontana. Alle barricate stradali fecero seguito blocchi ferroviari e navali, con Villa San Giovanni picchettata e isolata; assalti a strutture pubbliche quali caserme, prefettura, questura, uffici postali. Il 14 luglio del 1970, a Reggio Calabria, esplode una violenta rivolta popolare. Ad innescarla è la decisione di stabilire Catanzaro la sede dell’Assemblea Regionale a Catanzaro. Il rapporto alla Città da parte del Sindaco Piero Battaglia, l’occupazione della Stazione Centrale, la violenta reazione da parte delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti, il primo caduto nel corso della seconda giornata di sciopero cittadino caratterizzata da durissimi scontri tra scioperanti e forze dell’ordine. In diversi punti della Città spuntano le barricate che paralizzano Reggio Calabria. Cariche della polizia, gas lacrimogeni, lancio di pietre, colpi di arma da fuoco, il primo caduto nella seconda giornata di sciopero, e sulle cui cause ancora vi sono diverse zone d’ombra e tanti interrogativi. Un territorio che diventò teatro di durissimi scontri tra civili, di ogni estrazione sociale e partitica, e lo Stato. La rivolta di Reggio rappresenta la ribellione urbana più lunga che la storia della nostra repubblica ricordi, con migliaia di feriti, arresti, diverse vittime sia tra i civili che tra le forze dell’ordine. E proprio da queste cifre i prossimi due incontri (20 e 27 maggio) organizzati dal Circolo Culturale “L’Agorà” sul tema “Sulle strade della Rivolta”. Nel corso delle due conversazioni, saranno ricordati i vari accadimenti, fatti e personaggi, lungo il percorso di un confronto tra le vie cittadine che furono teatro della ribellione urbana più lunga che la storia della nostra repubblica ricordi, con migliaia di feriti, arresti, diverse vittime sia tra i civili che tra le forze dell’ordine. Da queste cifre il Circolo Culturale “L’Agorà” organizza la prima iniziativa che nel rispetto delle norme del DPCM del 24 ottobre 2020, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data dal 20 maggio.
Fonte notizia
www.circoloculturalelagora.it RC-1970.htm