TRAMA
Isabella, giovane e stimato medico vertebrale, ha sempre percepito la sua vita come squarciata a metà: i giorni a Parigi all’ospedale Saint Victor de Paul, e ciò che rimane. Sono trascorsi più di dieci anni da quando ha deciso di andarsene via dalla Francia e di partire per gli Stati Uniti, in particolare Boston, dove ha iniziato la sua carriera come chirurgo ortopedico infantile.
Il suo passato la tormenta ogni giorno e detta tutte le sue scelte, prima fra tutte quella di diventare medico. Un pomeriggio Isabella viene a conoscenza di ciò che è accaduto: il Saint Victor è stato chiuso e non esiste più. A quel punto avverte l’esigenza di comprare un quaderno e, in un modo frenetico e convulso, inizia a ricordare ogni dettaglio del luogo che ha da sempre segnato la sua vita. In un lungo addio all’ospedale, ogni episodio emerge alla luce e Isabella intraprende un percorso tortuoso all’interno della propria mente, per perdonare e perdonarsi, per abbandonare l’ascia di guerra contro sé stessa e imparare a lasciarsi andare.
BIOGRAFIA
Ilaria Parlanti nasce il 18 aprile 1997 a Pescia, una piccola cittadina in provincia di Pistoia, nell’alta Toscana. Trascorre l’infanzia e la prima adolescenza tra il suo paese natale e Parigi, a causa di una malformazione scoliotica congenita curabile soltanto nella capitale francese. Ed è soprattutto nei corridoi degli ospedali che si appassiona in tenera età alla letteratura, prima come avida lettrice di romanzi e grandi classici, poi anche di componimenti poetici. Dai dodici anni partecipa regolarmente a concorsi letterari nazionali e internazionali, venendo menzionata in oltre 300 segnalazioni. Nel 2016 si diploma con lode al liceo classico, mentre la ricerca di una sperimentazione letteraria più ampia la porta ad appassionarsi al cinema e al teatro.
Partecipa, infatti, come sceneggiatrice alle rappresentazioni teatrali organizzate dalla scuola. Nel 2017 viene selezionata tra i 150 autori dell’Enciclopedia della Poesia contemporanea ad opera della Fondazione Mario Luzi. Nel 2019 partecipa come coautrice e attrice al cortometraggio Come un uragano senza identità della regista toscana Roberta Mucci. Scrive soggetto e sceneggiatura anche di un altro cortometraggio, dal titolo Circling paths, una produzione di Film In’ Tuscany, premiato in festival internazionali. Nel maggio 2020 scrive il monologo Invisibili (recitato da Ivo Romagnoli) contro la violenza sulle donne durante la quarantena. In pochi giorni varie riviste parlano del monologo che raggiunge più di 300.000 visualizzazioni su Youtube.
La verità delle cose negate è il suo primo romanzo (Arsenio Edizioni)
È un romanzo che parla di disabilità, ripreso dalle vicende che io stessa ho vissuto, quindi ci tengo molto a sensibilizzare le persone a riguardo. Sono stata anche in Rai 2, a “O anche no”, per parlare con Paola Severini di disabilità, inclusione e dolore cronico.
LINK ACQUISTO LIBRO
IBS: https://www.ibs.it/verita-delle-cose-negate-libro-ilaria-parlanti/e/9788831301169
L’autrice si può trovare sui social:
Facebook: Ilaria Parlanti
Instagram: ilaria_parlanti_scrive
Si parla del mio libro a questi Link:
https://www.nemesidirittopsicologia.it/2021/08/18/libro-la-verita-delle-cose-negate/
https://lalettrice.altervista.org/la-verita-delle-cose-negate-ilaria-parlanti-recensione/
https://www.noileggiamo.com/2021/12/01/la-verita-delle-cose-negate/
INTERVISTA AUTRICE
Mi racconti di te come scrittore/scrittrice?
«Ho scoperto la scrittura quando ero piccola, intorno ai 12 anni. Per me è stata la scoperta di un mondo illuminante. La scrittura mi permette di scandagliare i fondali del mio animo, di riportare alla luce emozioni represse, di dire ad alta voce ciò che mi sconvolge la mente, di creare universi a me sconosciuti e sempre diversi. Con la scrittura vorrei anche trattare tematiche sociali forti, perché ritengo che sia un mezzo di sensibilizzazione sociale. Per me scrivere sarà sempre un grande amore e una necessità, come l'aria che respiro o l'acqua che bevo.»
2. Cosa vuoi raccontare con il tuo libro?
«Innanzitutto, con La verità delle cose negate, voglio sensibilizzare l'opinione pubblica al tema sociale del femminismo e della disabilità, perché penso ci siano ancora troppi tabù da dover distruggere. E' una storia di speranza, di ricostruzione emotiva, a partire dal filo dei ricordi per arrivare alle profondità dell'animo. Voglio raccontare la possibilità, a qualsiasi età, classe sociale o genere sessuale si appartenga, di poter lasciare indietro un passato doloroso per ricominciare a vivere al meglio.»
Quali best-seller (o quali film) si possono accostare, per trama o personaggi?
«La mia fonte di ispirazione primaria per questo romanzo è stato il premio Nobel della letteratura 2017 Kazuo Ishiguro per cui provo una vera e propria venerazione. Libri come Non lasciarmi o Quel che resta del giorno mi hanno profondamente segnato per dare la giusta importanza al ruolo della memoria nel mio romanzo. Un altro libro che si può accostare per la tematica del dolore fisico e psicologico è senz'altro Una vita come tante di Hanya Yanigihara. Quanto ai film, posso citare Io prima di te e La teoria del tutto per il tema della disabilità.»
Chi sono i protagonisti?
«La protagonista indiscussa è Isabella, una donna sui 40 anni, medico chirurgo vertebrale, che si ritrova ad un certo punto della sua vita a ricordare il suo passato doloroso. Con lei ho ripercorso molti ricordi autobiografici (io stessa ho una disabilità fisica), ma anche con altri personaggi importanti come Jack ed Alice.»
Una citazione del libro alla quale tieni di più?
«Ma la vita è solo per coloro che sono forti d'animo. La sopravvivenza, invece, è per tutti gli altri.»
6. Qual è stata finora l'opinione dei lettori?
«Molto buona, così tanto che non me lo aspettavo. In molti hanno dato al mio romanzo cinque stelle, si sono appassionati della trama, si sono immedesimati in Isabella e hanno sottolineato tanti passaggi del libro. Una risposta così positiva si è tramutata anche in un bel passaparola, che per me è fondamentale per vendere e far conoscere il libro. Inoltre, e questo ci tengo a dirlo, parte dei proventi del romanzo sarà donato alla ricerca medica italiana per i bambini del domani, in modo che accanto al progetto letterario si possa raggiungere un obiettivo anche concreto a livello medico. Per questo, diffondere il libro è per me importante. Ne va per il futuro e le molte vite che può cambiare.»
Fonte notizia
francescaghiribelliserviziperlibri.wordpress.com