Napoli-Piacenza, un viaggio nella storia d’Italia e del mondo. (Scritto da Antonio Castaldo)
Risalire la penisola da Napoli a Milano e poi raggiungere Piacenza, con un viaggio in treno a metà marzo 2022, pensando alle masse di profughi in fuga salvifica dall’Ucraina che sta combattendo in casa propria l’occupante esercito della Russia, fa prendere coscienza dell’alto rischio che corre l’Europa ed il mondo di una devastante guerra globale. I popoli della Terra si sono sempre incontrati, confrontati, con scambi economici e commerciali, culturali e biologici. Ma le guerre di conquista sembravano depositate negli archivi della storia passata e non appartenere più a quella della civiltà contemporanea.
Nella “Primogenita dell’Unità d’Italia”, secondo l’appellativo datole da S. M. Carlo Alberto in seguito alla notificazione del 17 maggio del 1848 dell’avvenuta aggregazione di Piacenza e del suo territorio al Regno di Sardegna per Plebiscito del 10 maggio 1848 presso la Chiesa di San Francesco, in questo Terzo Millennio si ritrovano insieme ai residenti storici i tanti, uomini, donne e bambini provenienti da varie parti d’Italia e del mondo. Dall’Italia, nell’esperienza migratoria che va dal 1861 al 1985 sono partiti in 19 milioni senza più ritornarci e attualmente possiamo contare un complessivo numero di oriundi italiani tra 60 e 80 milioni che corrispondono demograficamente ad un’altra Italia all’estero. Nella storia dell’emigrazione interna l’Italia segna il suo periodo più intenso tra il 1955 ed il 1971, quando si registravano flussi originati dalle regioni del Sud verso quelle del Nord con destinazione per lo più nel triangolo industriale, tra Milano, Torino e Genova, assunsero una consistenza superiore ai 9 milioni di soggetti. Trovare un posto letto, una stanza o un appartamento continua ancora oggi ad essere difficile e per potersi assicurare un alloggio, fra agenzie e privati, bisogna esibire nella maggior parte dei casi la prova di un lavoro a tempo indeterminato o essere studente universitario con le garanzie della propria famiglia. Resta il fatto che Piacenza ha una numerosa presenza di immigrati, sia di quelli provenienti dal Meridione d’Italia sia di quelli di altri Paesi e continenti.
Il sociologo e giornalista Antonio Castaldo, fra affetti familiari ed i casuali effimeri ma intensi incontri in una settimana di permanenza a Piacenza, dal 5 al 12 marzo 2022, così rappresenta la sua esperienza: «Rammemorando il mio giovanile vissuto migratorio in Germania nella seconda metà degli anni ‘70 del Novecento, rivolgo la mia ammirazione per quanti affrontano oggi l’avventura di una vita lontano dalla propria casa e dal loro Paese. Per mio nipote Alberto Livorno 27 anni, dalla provincia di Napoli, che mi ha ospitato e riscaldato il cuore con questo incontro, nel triste tempo di non lontani belligeranti. A lui precario scolastico di Piacenza, il quale sta costruendo con dedizione, passione e tempra il suo percorso di maturazione di una stabile e sicura collocazione professionale nella scuola pubblica italiana. Alla marocchina Yussra, “Sabrina”, 53 anni, sarta con l’amica Asna, tunisina, a fare da modella per provare abiti da sposa e quelli tradizionali dei loro paesi. Al macedone, Boro Milchev 59 anni, prete proveniente dalla Diocesi di Strumica, ora presso la Chiesa Ortodossa Macedone “San Prohor Pcinski”, sposato con Godima e tre figli che vivono fra Macedonia e resto d’Europa, arrivato da circa un anno a Piacenza ed al suo compaesano Koka Jovanoski, muratore di 56 anni, con famiglia e casa a Piacenza frutto di una vita di lavoro e sacrificio. Al cinese Chen, 49 anni sposato con Giada e con un figlio. A lui che è da 25 anni in Italia, il quale gestisce un locale fra il calare del sole ed il trionfo della luna in multietnici rapporti ricreativi per una variegata clientela, ed intanto pregusta il godimento della pensione una volta tornato nella sua città di origine nell’area di Shangai. All’equadoregno Xavier 61 anni muratore, da 18 anni in Italia, con moglie e figli in Ecuador con il quale abbiamo condiviso una serata con birra e Malvasia e con telefonino acceso per un selfie ricordo e poi cantando “Gracias a la vida” seguendo l’inarrivabile potente voce di Mercedes Sosa (1935-2009): “...Grazie alla vita che mi ha dato tanto. Mi ha dato il movimento, dei miei piedi stanchi, con loro ho camminato per città e pozzanghere, spiagge e deserti, montagne e pianure e la casa tua, la tua strada e il tuo cortile...”. Agli operatori e volontari dell’Associazione Italiana Sicurezza Ambientale, AISA Piacenza, con il Presidente, Gianfranco Busatto, il suo Vice, Giuseppe Castangia e la Segretaria, Jessica Busatto con i quali ho condiviso, quale onorato loro ospite, per indicazioni del Presidente Nazionale Giovanni Cimmino, uno stellare momento conviviale presso l’affabile Franca Paraventi a Piozzano. Infine, in questa indimenticabile settimana piacentina, ai giovani dell’Urbanhub di Piacenza, costruttori di futuro e sviluppo, nella convivenza pacifica fra popoli e culture».
IESUS Istituto Europeo di Scienze Umane e Sociali-Brusciano NA