La salute del Pianeta e dell’uomo sono interconnesse. In questa partita, cibo e gastronomia giocano un ruolo fondamentale
“Per uscire dalla crisi dobbiamo lavorare su nuovi paradigmi” - Silvio Barbero, Vice Presidente Slow Food e Università Scienze Gastronomiche Pollenzo
10 febbraio 2022 - “Non è così scontato che all’interno di un evento di alto profilo sanitario si parli anche di cibo e di gastronomia”, spiega Silvio Barbero, Vice Presidente Slow Food e Università Scienze Gastronomiche Pollenzo, aprendo i lavori della Winter School 2022 di Pollenzo, organizzata da Motore Sanità, in collaborazione con l’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. Un evento di alto profilo in ambito sanitario, promosso e divulgato da Mondosanità e da Dentro la Salute. “Così come non è scontato parlare di cultura di cibo”, continua Barbero. “Anni fa sarebbe parso velleitario, o fuorviante. Che c’entra il tema del cibo con la sanità? Rispondo a questa domanda partendo dal legame tra salute dell’individuo e del Pianeta, che sta diventando patrimonio culturale. Credo che questo legame debba essere il driver più importante per la transizione ecologica, non solo un obiettivo che si danno i governi, ma una necessità.
Così come nessuno è contrario alla transizione ecologica, ci sono dei “però” su cui vorrei lavorare, per uscire da questa crisi globale:1. Riprendendo l’incipit di questa sessione: “Qualità del cibo, Microbiota e Rigenerazione”: è necessario sviluppare un dialogo per un’interazione tra saperi scientifici e umanistici, per trovare soluzioni comuni. Oggi non è così. Molte volte questo dialogo è di sola vicinanza. Il problema vero è quello di integrare, non di avvicinare i saperi. Ognuno deve rinunciare a una parte della sua convinzione, per dialogare con gli altri. Questo è un paradigma essenziale per risolvere la maggior parte dei problemi. 2. Lavorare per una diversa concezione dell’economia. Nel concetto di salute del pianeta, dobbiamo passare da un’economia dello sfruttamento del consumo, a un concetto di economia sociale e rigenerativa. Se non facciamo questo, l’economia ci metterà contro un muro. Dobbiamo ragionare su modelli economici che mettano al primo posto l’elemento della rigenerazione. Papa Francesco ha fatto dell’economia sociale uno dei punti del suo pontificato. 3. Nel paradigma dei modelli organizzativi del nostro vivere insieme, dobbiamo passare a un modello diffuso e di rete. Esempio: lavorare con un modello organizzativo diverso, vuol dire rivedere le concezioni urbanistiche. Abbiamo un modello oggi che sta concentrando nelle metropoli più del 50% della popolazione e questo apre un tema importante tra città e campagna. Se parliamo di futuro e salute del Pianeta, questo paradigma è da rivedere, in quanto incide sulla qualità di vita delle persone.
Occorre parlare di un cibo buono, pulito, giusto. Che affronti il ruolo centrale dell’alimentazione all’interno della salute del Pianeta e quindi dell’uomo. Ci vuole una cultura del cibo, dobbiamo preoccuparci della perdita di fertilità dei terreni, della biodiversità, della varietà delle specie allevate o coltivate. Per la salute dell’uomo è fondamentale il buon funzionamento del microbiota intestinale, elemento importante per la salute delle persone. Ecco allora l’importanza della vita microbiotica dei terreni. Oggi la situazione è drammatica perché ci troviamo alle prese con la distruzione microbiotica, dovuta all’eccesso di chimica. Il punto di partenza è la vita dei terreni. Oggi si è esasperata una filiera, dove i cibi vengono sempre più raffinati, alterati dalla chimica. Gli effetti sulla salute sono sotto gli occhi di tutti. Le conseguenze di questo modello sta nell’inquinamento dell’aria, dei terreni, la forte correlazione con tutto quello che riguarda la salute dell’uomo. La salute del Pianeta e dell’uomo sono interconnesse. Bisogna allora partire da un concetto generale di ricostruzione. Bisogna ricostruire in termini di sviluppo. I temi oggi sono diventati modelli distruttivi per le risolse umane, sociali e ambientali. Così non va. La ricostruzione deve essere rigenerativa. Non bastano procedure che blocchino le attività inquinanti, bisogna importare procedure di rigenerazione: nell’agricoltura, per quanto riguarda la fauna, nell’urbanistica. Il mio auspicio è che il tema delle politiche sanitarie e delle politiche della salute possano trovare soluzioni giuste ed efficaci, non solo efficienti”.