Il nuovo centro di competenza
europeo, con sede a Bucarest, riunirà le comunità europea delle competenze
sulla ricerca in materia di cybersicurezza.
Inoltre, fornirà sostegno finanziario
attraverso i programmi Orizzonte Europa ed Europa digitale a progetti
innovativi di start-up e PMI, nell'ambito del quadro finanziario pluriennale
2021-2027. Va detto che la legislazione adottata
si basa essenzialmente sul partenariato pubblico-privato contrattuale sulla
sicurezza informatica creato nel 2016 che diventa ancora più strategico nel
nuovo ecosistema digitale in cui diventa sempre più importante garantire alti
livelli di innovazione nell'area della sicurezza informatica. Del resto, una compromissione delle
reti e dei sistemi informativi può ripercuotersi su singoli Stati membri e su
tutta l'Unione Europea ed è per questo che rafforzare la cybersecurity è
essenziale per l'armonioso funzionamento del mercato interno specialmente in un
momento storico in cui l'Unione Europea dipende ancora da fornitori di
sicurezza informatica non europei. Eppure, l’Unione Europea vanta grandi
competenze ed esperienza nello sviluppo industriale, nella tecnologia e nella
ricerca sulla cybersecurity, ma gli sforzi delle comunità dell'industria e
della ricerca hanno mostrato frammentazione e disallinamento, risultando spesso
privi di una progettualità comune. Per tale ragione la competitività nel
settore cyber ha evidentemente subito un rallentamento penalizzante. Ecco perché con il nuovo regolamento
l’obiettivo prioritario è quello di far convergere gli sforzi e le competenze
verso una aggregazione virtuosa che li colleghi in rete al fine di impiegarli
in modo efficiente per consolidare e integrare le attuali capacità
tecnologiche, industriali e di ricerca a livello nazionale e di Unione Europea. La nuova istituenda struttura
intercetterà così le più autorevoli competenze di rilievo europeo, da
ricercarsi nell’ambito degli istituti di ricerca piuttosto che nell’universo
delle PMI e delle start-up, oltre che tra le ONG e nella cosìddetta “comunità
delle competenze”, per includerle nel processo di decisione delle priorità di
ricerca europee. Ed infatti, coerentemente con
l’esigenza di un sempre più forte partenariato pubblico-privato, tra i
principali obiettivi e funzioni della missione disegnata per il nuovo
competence centre rientra senz’altro quello di potenziare le sinergie tra le
dimensioni civile e di difesa della cybersicurezza in relazione al Fondo
europeo per la difesa, attraverso, tra l’altro, l’attività di consulenza e la
condivisione di conoscenze, nonché la promozione della collaborazione fra i
portatori di interessi. In tale scenario i Competence centres
nazionali agiranno specularmente da punti di contatto a livello nazionale per
la comunità delle competenze in materia di cybersicurezza creando sinergie con
attività pertinenti a livello nazionale e regionale. In tal senso, la comunità delle
competenze in materia di cybersicurezza, contribuirà alla missione del Centro
di competenza, consolidando e divulgando le competenze in tema di sicurezza
informatica in tutta l'Unione. Allo stesso tempo, tutti gli Stati
membri saranno chiamati ad investire collettivamente ed in misura maggiore, anche
mettendo in comune le risorse, per rafforzare il settore cyber ritenuto
cruciale nel nuovo e sempre più pervasivo scenario di minaccia polimorfa e
transnazionale. Al di là della configurazione
dell’Agenzia Cyber nazionale, di cui in questi giorni si fa un gran
parlare, va detto che il regolatore
europeo ha colto ancora una volta l’esigenza di rispondere ad incidenti
informatici critici, in modo unificato e coordinato, anche attraverso i
partners del settore privato, che laddove particolarmente virtuosi per livello
di proattività, prevenzione e predittività, possono rappresentare un autentico
fattore di successo nella protezione dell'economia e della sicurezza nazionale.