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Tra sabato 26 e domenica 27 marzo 2021 si è svolto il Campionato Italiano 24 ore di corsa su strada a Biella nell’ambito della BI.Ultra 6.24, organizzata dalla Pietro Micca Biella Running, che prevedeva una gara di 24 ore e una di 6 ore, lungo un circuito di 1000 metri.
Marco Visintini (U.S. Aldo Moro) è il Campione Italiano 2021 vincendo la gara con 245,193 km, precedendo Matteo Grassi (Spirito Trail) che si aggiudica l’argento con 241,264 km, a seguire il bulgaro Emil Pavlov Genov con 240,428 km e Tiziano Marchesi (Runners Bergamo) che si aggiudica il bronzo con 232,315 km.
Francesca Canepa (Atletica Sandro Calvesi) è la Campionessa Italiana 2021 con 224,264 km, precedendo due atlete della Bergamo Stars, Lisa Borzani 206,268 km e Alina Teodora Muntean 191,429 km.
Di seguito approfondiamo la conoscenza di Matteo Grassi, vice campione italiano 2021 di corsa su strada 24 ore, attraverso risposte ad alcune mie domande.
Cosa ti spinge a correre più di 200km? Cosa c'è dietro questa medaglia? “La mia esperienza con le 24 ore è iniziata nel 2019 e dopo un anno di pausa (2020) sono tornato ad allenarmi e a gareggiare in questa disciplina alla BiUltra di Biella, gara in cui avevo esordito. Ho ripreso a macinare chilometri durante le vacanze natalizie e a gennaio ho ripreso ad allenarmi con metodo, seguito dalla mia coach Lisa Borzani. È stato bello ed entusiasmante tornare a correre certe distanze come 6 ore, 60 o 85 km..., ma anche tornare a fare i ritmi sulle ripetute”.
Matteo Grassi vinse la 1^ edizione “Bi-Ultra 24h” del 31 marzo 2019 totalizzando 221,280km. Inoltre Matteo Grassi ha partecipato ai Campionati Mondiali di 24 ore svolti ad Albi (Francia) il 26-27 ottobre 2019 e la squadra maschile Italiana si classificò al 10° posto e il 1° degli italiani fu Matteo Grassi classificandosi 22° al mondo con 244,865 km, 8a prestazione italiana all time come riportato nell’intervista riguardante la prestazione ai mondiali del 2019.
https://ilsentieroalternativo.blogspot.com/2019/11/world-championship-24h-albi-matteo.html
Criticità, sensazioni durante la gara? Distrazioni, preoccupazioni in gara? “Il rientro alle gare doveva essere un passaggio naturale, anche in vista degli obiettivi futuri, ma in realtà non avevo voglia di gareggiare, e nemmeno di patire le pene di una 24h. Mi sono iscritto alla gara tardi, e nella rifinitura non riuscivo a focalizzarmi sull'obiettivo. Non avevo ‘fame’ di competizione, e continuavo a pensare che Biella non era il percorso adatto per tentare un personale (troppo tecnico e troppo duro) e al tempo stesso mi sembrava poco stimolante provare a ripetere quella condotta di gara perfetta del mondiale 2019 per poi magari ottenere un risultato peggiore. Allora ho provato ad astrarmi studiando i numeri, i passaggi e i ritmi tenuti in altre 24 ore fatte da me e da altri atleti, insomma ho maturato una sorta di consapevolezza sulla condotta di gara ideale. E così l'ho scritta su un foglio excel, l'ho stampata e.… messa via. Sì perché mi sono presentato al via sereno e rilassato, ripetendomi la frase: ‘l'appetito vien mangiando’. E così è stato”.
Non sempre si sente di avere le condizioni ottimali il giorno della gara, tutto deve combaciare, allenamento mirato per un periodo dedicato, mente sgombra, focalizzazione e fiducia in sé, assistenza continua. Ma se si mette in conto che può essere la volta giusta, un'occasione che potrebbe non ripresentarsi allora si fa di tutto per crearsi le condizioni ottimali.
Cosa e chi ti ha aiutato e/o ostacolato? Particolari pensieri? “Dal primo metro percorso ho impostato il ritmo che avevo allenato bene durante i miei lunghi (quello che vorrei impostare nella mia prossima, ipotetica, gara ideale), ovvero 20"/km più veloce del ritmo con cui ero partito ad Albi e che avevo scritto in quel foglio. Insomma un ritmo apparentemente suicida. Ma in realtà no non lo è stato, anche se nell'andare della gara ho pagato alcuni errori e alcuni piccole lacune nella preparazione. Credo di aver sperimentato un limite cui tendere, di aver sgrezzato con l'accetta qualcosa da ripassare ora a scalpello e infine a lima e carta vetrata”.
Una gara di corsa di 24 ora per una performance eccellente richiede una grande consapevolezza in quello che si appresta a fare mettendo in conto che per confermarsi bisogna impostare fin da subito ritmi alti per essere competitivo, per puntare al titolo italiano, per guadagnarsi una convocazione in nazionale, per avvicinarsi o cercare di superare i proprio personal best.
Cosa vedi ora davanti a te? Eventuali prossime convocazioni? “Il mio prossimo obiettivo è il Mondiale di ottobre in Romania. A quarantotto anni ho la consapevolezza che tutto questo prima o poi non mi riuscirà più. Quindi mi do da fare, perché il limite ritengo di non averlo ancora raggiunto. Dopo di che potrò dedicarmi maggiormente a promuovere la corsa e l'ultramaratona, cosa che ho già iniziato a fare con il progetto #24oreitalia che mi sta dando belle soddisfazioni. Si tratta di un progetto che nasce con l'intento di promuovere la corsa di ultradistanza sulle 24 ore, cercando di ampliare la base di partecipazione e innalzare il livello di qualità, abbattendo le barriere culturali tipicamente italiane che ci sono tra runner di strada, maratoneti, trail runner... etc, perché la corsa è bella tutta e le esperienze statunitensi, spagnole e francesi (Herron, Dauwalter, Jornet, Clavery...) ci insegnano che attualmente è possibile una certa proficua flessibilità, e pure in Italia qualcosa si sta già muovendo”.
In effetti bisogna trovare un giusto equilibrio, un’armonia tra fatica dell’esercizio fisico prolungato e voglia di sperimentare la performance eccellente. La corsa di 24 ora è una disciplina che prevede inizialmente corsa e cammino e poi con l’esperienza e l’aiuto di allenatori esperti si possono creare le condizioni per cercare di eccellere.
Ringrazio Matteo Grassi per la disponibilità, generosità, il tempo dedicato e le foto.
Psicologo, Psicoterapeuta
Autore di libri di psicologia e sport
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