Le imprese familiari italiane di fronte alla pandemia Covid-19: le riflessioni dell’AD e DG di FSI Maurizio Tamagnini, intervenuto al webinar organizzato per la presentazione del XII Osservatorio AUB.
Le aziende a controllo familiare dopo la pandemia: l’analisi di Maurizio Tamagnini
L’Amministratore Delegato e Direttore Generale di FSI Maurizio Tamagnini è intervenuto lo scorso 26 gennaio al webinar organizzato dall’Università Luigi Bocconi per presentare il “XII Osservatorio AUB - Le imprese familiari italiane di fronte alla pandemia Covid-19”. Realizzato dall’ateneo milanese insieme a AIDAF, UniCredit, Cordusio, lo studio è nato con l’obiettivo di analizzare l’impatto della pandemia sulle aziende italiane a controllo familiare. Ne è emerso che lo scorso anno la pandemia ha innescato una crisi che rispetto a quella iniziata nel 2008 ha doppiamente impattato sul PIL italiano: in particolare il report evidenzia come il 25-30% delle aziende familiari sia a rischio, nonostante la loro situazione patrimoniale, reddituale e finanziaria a gennaio 2020 fosse migliore di quella del 2009. In questo quadro, come ha evidenziato Maurizio Tamagnini nel suo intervento, può fare la differenza una gestione del debito che risponda efficacemente a logiche di crescita, sviluppo e competitività: “Lo studio vuole dare un po’ di oggettività alla forte relazione tra il capitale dell'azienda e la sua sostenibilità di medio lungo periodo. Crediamo che oggi ci sia bisogno di un azionista stabile per portare growth equity, quello che noi chiamiamo benzina”.
FSI, Maurizio Tamagnini: i grandi temi culturali da affrontare per far crescere il nostro sistema industriale
Maurizio Tamagnini, nato a Rimini nel 1965, è Amministratore Delegato e Direttore Generale di FSI dal 2016, anno dello spin-off del team dell’ex Fondo Strategico Italiano. È lui a supervisionarne la costituzione: precedentemente è stato AD di Fondo Strategico Italiano dal 2011 al 2016 e ha rivestito il ruolo di Head of Southern Europe for Corporate and Investment Banking per Bank of America Merrill Lynch, di cui è stato membro dell’Executive Committee per l’area EMEA. In più di vent’anni di carriera ha gestito oltre un centinaio di operazioni di finanza straordinaria, private equity, debito ed equity, lavorando tra New York, Londra e Milano. “Uno dei motivi per cui il nostro mercato azionario non è così sviluppato è che portiamo le aziende in Borsa quando non sono abbastanza mature e aperte a diverse opzioni. Questo a mio parere è uno dei grandi temi culturali da affrontare per far crescere il nostro sistema industriale”, ha spiegato intervenendo al webinar dell’Osservatorio AUB: secondo l’AD e DG di FSI sarà un fenomeno “ancor più presente nel post Covid e che ci porrà di fronte a scelte veramente molto importanti nell'interesse delle aziende”. Fondamentale è dunque individuare un nuovo approccio che gli imprenditori italiani possano poi adottare: “Dobbiamo mettere le aziende nelle condizioni di vedere l'opzione di investimento non più come un qualcosa da fare a denti stretti, ma un qualcosa che porti benzina al proprio motore”. Perché una volta terminata la pandemia, come sostenuto da Maurizio Tamagnini, il mondo delle aziende si dividerà: “Da un lato quelle capaci di investire, di diventare ancor più competitive e sostenibili, dall’altra aziende che semplicemente non ce la faranno”.