La Dichiarazione di Conformità MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti) è una certificazione che garantisce il rispetto di determinati requisiti in tema di igiene alimentare.
I materiali e gli oggetti che richiedono la certificazione MOCA sono davvero molti e appartenenti a diverse categorie. Le attività soggette a rilasciare la Dichiarazione di Conformità MOCA sono diverse. Si tratta, nello specifico, di:
- produttori di sostanze destinate ad essere usate per la produzione di MOCA;
- produttori di materiali intermedi o semilavorati, destinati ad essere trasformati in prodotti finiti;
- produttori di prodotti finiti, chiamati anche "trasformatori" o "assemblatori" di MOCA;
- importatori che immettono sul mercato UE (da paesi extra Unione Europea) sostanze, materiali intermedi o prodotti finiti;
- utilizzatori finali (ad esempio catering o ristoranti).
Certificazione MOCA: cos’è e quadro normativo
Vengono considerati come MOCA quei materiali e quegli oggetti che presentano anche solo una delle seguenti caratteristiche:
- sono destinati a essere messi a contatto con prodotti alimentari;
- sono già a contatto con prodotti alimentari e sono destinati a questo fine;
- si prevede possano essere messi a contatto con prodotti alimentari o si prevede trasferiscano i propri componenti ai prodotti alimentari nelle condizioni d’impiego normali o prevedibili.
Il primo riferimento normativo riguardante la certificazione MOCA risale ancora al DM n. 6 del 21 marzo 1973. Oggi, invece, la normativa di riferimento è il Regolamento 1935/2004/CE e – secondo i requisiti generali inseriti all’articolo 3 – esso prevede che:
- i materiali e gli oggetti, compresi i materiali e gli oggetti attivi e intelligenti, devono essere prodotti conformemente alle buone pratiche di fabbricazione affinché, in condizioni d’impiego normali o prevedibili, essi non trasferiscano ai prodotti alimentari componenti in quantità tale da: costituire un pericolo per la salute umana, comportare una modifica inaccettabile della composizione dei prodotti alimentari o comportare un deterioramento delle loro caratteristiche organolettiche;
- l'etichettatura, la pubblicità e la presentazione di un materiale o di un oggetto non deve fuorviare i consumatori.
L’obiettivo della certificazione, dunque, è quello di tutelare la salute dei consumatori, per limitare al minimo le contaminazioni lungo tutta la filiera.
Tramite la Dichiarazione MOCA, infatti, viene garantita la qualità del prodotto intutte le fasi del processo: dalla materia prima al prodotto finito, passando dall'etichettatura allo stoccaggio, per assicurare che non vi siano state alterazioni sulla qualità del prodotto.
Molto importante, in questo senso, l'articolo 17 del Regolamento, legato alla rintracciabilità dei materiali e degli oggetti destinati a entrare in contatto con gli alimenti. Essa, infatti, deve essere garantita "in tutte le fasi per facilitare il controllo, il ritiro dei prodotti difettosi, le informazioni ai consumatori e l'attribuzione della responsabilità".
I MOCA immessi sul mercato, inoltre, devono essere "individuabili da un sistema adeguato che ne consente la rintracciabilità mediante l'etichettatura o documentazione o informazioni pertinenti".
Dichiarazione MOCA: chi deve farla (e chi la redige)
La dichiarazione sarà diversa a seconda del soggetto inserito all’interno della filiera alimentare, a partire dal produttore per arrivare al distributore finale: ognuno riceverà una Dichiarazione MOCA dal soggetto a monte e ne rilascerà una a quello a valle. Anche i commercianti, dunque, ricevono la Dichiarazione e la rilasciano al proprio cliente.
La redazione di tale certificazione è responsabilità dell’operatore economico. Come specificato dal Regolamento 1935/2004/CE, si tratta della “persona fisica o giuridica responsabile di garantire il rispetto delle disposizioni del presente regolamento nell’impresa posta sotto il suo controllo”.
Le sanzioni previste possono arrivare fino a 80 mila euro di multa per produttori, trasformatori o distributori di MOCA.