"Il modello Genova non può diventare il sistema per gli appalti in Italia. Il codice degli appalti va solo semplificato, ma non buttato via". Un consiglio per Draghi? "Basta con gli appalti tuttora cartacei, digitalizziamo tutto per poterlo controllare".
Sono le parole dell'esperto di gare pubbliche Michele Corradino, ex consigliere dell'Anac e presidente di sezione del Consiglio di Stato, in una intervista per Repubblica.
“Il modello Genova è una storia di successo e come tutte le storie di successo va preso in considerazione. Tuttavia non possiamo ignorare il fatto che lì c'era una situazione molto particolare. C'era una spinta popolare, tutti eravamo d'accordo sulla necessità di fare subito il ponte, sulla localizzazione, sul come farlo grazie al progetto di Piano e i fondi erano già stanziati. Nella fase dell'esecuzione si è lavorato giorno e notte. Ma quella era una condizione del tutto straordinaria e non è detto che si possa ripetere. Gli appalti sono aumentati di numero e di valore a partire dal 2016 - prosegue Corradino -, proprio l'anno in cui è stato approvato il codice degli appalti, perché non riusciamo a passare rapidamente dalla fase dell'aggiudicazione a quella dell'esecuzione. Sono necessari degli aggiustamenti in termini di semplificazione. E tuttavia non credo che la struttura del codice possa essere modificata radicalmente. Soprattutto il codice andrebbe applicato integralmente perché alcuni pilastri non sono mai stati attuati. Penso per esempio alla qualificazione delle stazioni appaltanti, cioè al fatto che non tutti possono fare tutto, come accade oggi, mentre per gestire una gara è necessario dimostrare di avere strutture adeguate e personale preparato. Se il codice fosse stato utilizzato interamente ne sarebbe derivato un grande investimento sulla Pubblica amministrazione in termini di formazione del personale e di ammodernamento delle strutture. E il codice stesso sarebbe stato applicato più rapidamente e con minore contenzioso. In Italia gli appalti sono ancora cartacei per almeno un terzo, bisogna digitalizzare tutto e poi bisogna pensare in grande, perché nel codice non ci sono solo restrizioni, ma anche strumenti modernissimi, di derivazione comunitaria, che consentono un dialogo forte e diretto tra impresa, mercato e pubblica amministrazione", conclude Corradino.