Un fulmine a ciel sereno. È stato così per Maria Petrucci quando l’arte ha fatto irruzione nella sua vita. Di lei o, meglio, delle sue opere parlerà il nuovo appuntamento di Arte in quarantena del Tgcom24. Pittrice e scultrice di Spoleto Arte, Maria Petrucci è testimone di come l’arte non possa rimanere un talento inespresso. Di come sia inevitabile essere se stessi per vivere con se stessi.
Il suo percorso artistico comincia a Mantova nel ’72, all’età di 33 anni. All’epoca Maria Petrucci frequentava i corsi dell’Enal (Ente nazionale assistenza lavoratori) e nel frattempo scriveva poesie, dipingeva. In questo periodo conosce il segretario Roberto Tranchina, che la inizia e incoraggia al mondo dell’arte presentandole un bando per un concorso artistico. Da allora la nostra artista raccoglie un successo dopo l’altro.
Più o meno è la stessa storia con la scultura: conosce il legno nella falegnameria dell’allora marito. Ne rimane affascinata, prova inquietudine. Comincia così a scolpire sulle ginocchia ed espone sei mesi dopo la sua prima scultura in una mostra di pittura. Ma quella rassegna viene vista dal critico mantovano Renzo Margonari che non si lascia sfuggire il nuovo talento. Con stupore la nostra artista ne legge il biglietto a lei indirizzato. Margonari le consigliava caldamente di smettere di dipingere per dedicarsi esclusivamente alla scultura. Si ricolgeva proprio a lei che aveva creato solamente un’unica opera scultorea, quella esposta… Si trattava nientemeno che di esordire come scultrice mentre, come, pittrice, era già affermata. Eppure segue il consiglio.
Quasi vent’anni dopo fonda il Museo Maria Petrucci nel suo paese natale, Toffia. Qui si dedica ai ragazzi e alla gente del suo paese. Tuttavia, come le piace ricordare, “la vita dà e toglie”: nel 2000 viene investita da un’automobile. L’incidente compromette per sempre l’uso del braccio destro. Dopo vari tentativi e atroci dolori, l’artista purtroppo è costretta a desistere dalla sua attività artistica.
Una speranza si riaccende nel 2008, quando Editoriale Giorgio Mondadori la contatta per il Catalogo degli Scultori Italiani. Da allora accende l’interesse delle più grandi associazioni artistico-culturali. Scrive nel suo sito: «Ogni lavoro nasce dalle mie emozioni, da una forte spinta interiore, dall’anima. Ho sempre desiderato essere in qualche modo a servizio degli altri e questo museo mi ha permesso di riuscirci».
Una storia travagliata e uno stile altamente suggestivo, quello di Maria Petrucci.