Gli esperti di Politerapico, centro polispecialistico di Monza, spiegano le differenze tra due tra i principali esami diagnostici effettuati presso le strutture sanitarie.
Milano, Marzo 2020 – Quando il medico prescrive accertamenti più approfonditi rispetto a disturbi o patologie, potrebbe indicare due comuni esami diagnostici: le radiografie o la risonanza magnetica. Capire la differenza tra le due, per i non addetti ai lavori, potrebbe però risultare difficile: per questo gli esperti di Politerapico, struttura polispecialistica di Monza, hanno scelto di fare chiarezza, aiutando così i pazienti a discernere con maggiore consapevolezza le tipologie di esami cui devono essere sottoposti.
L’RX, meglio conosciuta anche come radiografia, si avvale di radiazioni di tipo X, che permettono di esaminare un segmento scheletrico o un distretto del corpo, proiettandone l’immagine su un sistema fotosensibile. Si tratta, in altre parole, di una sorta di scanner, che mostra le immagini di una parte dell’organismo consentendo così ai medici di averne una visione più chiara senza dover ricorrere alla chirurgia esplorativa. Nonostante si parli di “radiazioni”, l’RX non è considerato un esame invasivo o pericoloso e non richiede pertanto una particolare preparazione. Unica eccezione, le donne in gravidanza, poiché le radiazioni, benché innocue per la madre, potrebbero invece nuocere al feto. La radiografia è considerata sia un esame diagnostico che preventivo, in particolare nei casi di traumi ossei, quali fratture o lussazioni; in questi frangenti – come puntualizzano gli esperti di Politerapico – spesso si eseguono due o tre radiografie in momenti diversi, per controllare la situazione dell’osso e verificare che la terapia prescelta sia stata effettivamente efficace.
Per quanto riguarda, invece, la risonanza magnetica, come suggerisce il suo stesso nome è un esame che si avvale di campi magnetici per sondare ossa, organi, articolazioni, cervello e altri elementi del corpo umano. La risonanza magnetica (RM) fornisce immagini molto precise e dettagliate, consentendo di rilevare particolari che, magari, non si riesce a cogliere con l’RX. Si tratta quindi di un esame prevalentemente diagnostico, che però, a causa dei campi magnetici, non può essere svolto su pazienti che presentano peacemaker o clip vascolari.