BERLINO - E’ una sentenza mozzafiato. Che riconosce a ognuno la libertà piena di decidere come morire. La Corte costituzionale tedesca ha depenalizzato il suicidio assistito. E il diritto a togliersi la vita riconosciuto dai giudici di Karlsruhe include la possibilità di farsi aiutare da terzi. Soprattutto: chi vuole morire, potrà farlo in ogni fase della vita, e non soltanto in presenza di una malattia incurabile. Andreas Vossruhle, presidente dei guardiani del Grundgesetz, ha precisato che “possiamo rammaricarci che qualcuno prenda una decisione del genere, possiamo fare qualsiasi cosa per fargli cambiare idea, ma in ultima analisi dobbiamo accettare la sua decisione”.
La sentenza risponde al ricorso di alcuni medici e pazienti contro il paragrafo 217 del diritto penale che nel 2015 aveva introdotto il divieto al suicidio assistito. La Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale la norma perché limita il diritto di decidere come morire. Un diritto che deve includere, questo il verdetto epocale dei giudici, anche la possibilità di togliersi la vita.
Vosskuhle ha specificato che il legislatore potrà introdurre misure per prevenire il suicidio, ma che dovrà accettare il fatto che senza la possibilità di un aiuto esterno, il diritto al suicidio sarebbe limitato. D’altra parte, i giudici precisano che è un diritto e non un obbligo: dunque, nessun medico mai potrà essere costretto ad aiutare qualcuno a morire.
paolo crapanzano