Roma - Sarà presentato il prossimo giovedì 14 novembre alle ore 17,15 presso la prestigiosa sede del Ministero dello Sviluppo Economico, Palazzo Piacentini, settimo piano, Biblioteca Storica, in via Molise 2, a Roma, l’appassionante romanzo di Roberta Trucco “Il mio nome è Maria Maddalena”, appena pubblicato dalla Marlin, la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano.
Accanto all’autrice ci saranno Grazia Francescato, ambientalista, ex Presidente del WWF e dei Verdi, Fabrizia Giuliani, docente all’Università La Sapienza, e movimento Se non ora quando -libere, Monica Ricci Sergentini, giornalista del Corriere della Sera;le letture sono affidate all’attrice Lucia Ceracchi.
Per partecipare bisogna prenotarsi con una semplice e-mail: liliana.mancino@mise.gov.it, graziella.rivitti@mise.gov.it .
Coinvolgente, diretto, pieno di quell’umanità che pare sopita nella società in cui regna il dio denaro, il romanzo della Trucco pone al centro un tema delicato, controverso, politicamente scorretto ma correttissimo dal punto di vista del rispetto della stessa natura umana: parla della forzatura dell’utero in affitto, di maternità surrogata, di quel corpo delle donne, ancora una volta, e senza nessuno scandalo, messo alla mercé del desiderio altrui. In questo caso si tratta di un desiderio di genitorialità che, con la forza dei soldi, non ha riguardo di nulla, nemmeno di andare a comprare, legalmente autorizzato, la parte più intima di una donna, che è quella di mettere tutta la sua fisicità nel diventare madre. Un corpo che si lascia forzare per bisogno, vendere, affittare. E l’interesse economico è talmente forte da fare di questo argomento un tabù del quale è più semplice non parlare, che è meglio sottrarre a qualunque discussione.
La storia è quella di Maria Maddalena, una ragazza giovane e bella che in una Los Angeles priva di scrupoli, accetta di firmare un contratto per fare da madre surrogata ad una coppia di omosessuali, ma quando questi decidono, e il contratto glielo consente, di farle abortire uno dei due gemelli che porta in grembo, la sua natura profonda, il suo istinto più vero si ribella e scappa in Amazzonia, luogo della sua grande passione, per fuggire a quella burocrazia assassina che l’avrebbe vista anche colpevole.
In Amazzonia è un ritrovare valori profondi e basali, il contatto viscerale con la natura, col senso stesso di umanità e di maternità, che è fatto di anima e sangue. Lì, emergono più forti che mai, le contraddizioni del nostro tempo in cui, in nome di un progresso senza etica e senza spirito, qualunque acquisizione è consentita, anche quella che viola organi, viscere, corpo degli esseri umani, divenuti merce tra le merci.
La narrazione è veloce, autentica, coraggiosa, spiazzante. Non proclama nessun editto, inducendo spontaneamente ad una riflessione alla quale non si dovrebbe sfuggire.
Un libro importante, che affronta molteplici temi scottanti, senza falsi pudori e senza sottrarsi a più variegati punti di vista. Una lettura da non perdere.