UN PO’ D’INDIA ALLA LIBRERIA DELL’ARCA
Di Liza Binelli
Vercelli - Aleggiava un’insolita aria d’India alla libreria dell’Arca in occasione della presentazione dei libri di Prabhu das, monaco Hare Krishna.
Classe 1963, veronese di nascita torinese d’adozione, Prabhu das (all’anagrafe Pietro Giarola) è il fondatore e responsabile del Centro culturale Hare Krishna del capoluogo piemontese. Autore di tre libri aveva già presentato il primo lo scorso giugno. Ora è tornato a Vercelli per proporre gli altri due, nello spazio concesso dalla proprietaria della libreria, Elisa Caramella, sempre attenta alle ultimissime produzioni letterarie di ogni genere.
L’autore per arrivare a scrivere questi testi, editi dalla casa editrice Om di Bologna ha girovagato fin da giovanissimo per l’India e in Indonesia, ci è tornato più volte per imparare gli antichi testi vedici e solo immergendosi nella cultura originaria è possibile assorbire anche la più piccola sfumatura che il sapere indiano può trasmettere vivendo in loco. Ha poi svolto diversi mestieri, è stato giornalista e direttore della rivista “Spirito libero” che ha chiuso i battenti nel 2010.
Ma tutto il suo percorso, tutta la sua conoscenza li ha inseriti nei suoi libri: “L’essenza della Bhagavad-gita” e “Cibo per l’anima”. Entrambi corrono paralleli alla storia del Movimento per la coscienza di Shree Krishna e al suo fondatore Srila Prabhupada, ma, si differenziano per il fatto che il primo è coerente alla Bhagavad-gita, da noi conosciuta in Occidente come la Bibbia degli indù, un grande testo senza tempo che risponde alle grandi questioni della vita, a quegli interrogativi cui è difficile rispondere: chi siamo? Da dove veniamo? Perché siamo nati qui? L’autore con parole semplici, ma schiette accompagna il lettore alla scoperta di questo libro che sarebbe incomprensibile ai più, per via “dell’osticità” dei pensieri che si susseguono nella versione originale. Prabhu das, invece, è riuscito nell’impresa di rendere accessibile a tutti, uno dei testi più discussi del continente asiatico.
Argomentando frasi in sanscrito, parlando di maestri indiani si è formata in sala un’atmosfera di pace, giacché tutti si proiettavano in quel mondo di guru e statue di Budda, meditazione e odore d’incenso che ognuno s’immagina quando si evoca la parola India.
“Cibo per l’anima”, invece, è un libro autobiografico, ironico, che racconta la nascita del centro culturale torinese. Un luogo di culto molto frequentato che offre un fitto programma di iniziative benefiche (come il Food for life, cibo distribuito ai senzatetto) e molti incontri settimanali liberi e aperti a tutti.
A moderare l’incontro è intervenuta l’insegnante e giornalista vercellese Liza Binelli.