Questo è il link a uno dei tanti video che stiamo realizzando per dimostrare tutte le omissioni istituzionali poste in essere a favore di persone risultate in rapporti con il clan Spada di Ostia.
In questo caso il giornalista Antonello De Pierro, presidente del movimento Italia dei Diritti, mostra un immobile risultato abusivo di proprietà di Angela Falqui, moglie legalmente separata di Alfonso De Prosperis, noto imprenditore della lavorazione del ferro nella zona dell'Idroscalo di Ostia, che non solo non rispetta i canonici 5 metri prescritti dal D.P.R. 380/01, ma addirittura sconfina di circa 50 cm nella proprietà altrui. I coniugi De Prosperis/Falqui, separati, ma sempre insieme, allo scopo di intimidire De Pierro, il quale aveva presentato degli esposti per abusi edilizi, sempre ignorati dagli organi competenti, accompagnarono sotto casa sua, con la loro automobile il boss Armando Spada per minacciarlo e aggredirlo. Due vigilesse e un dipendente dell'Ufficio Tecnico di Ostia non videro quanto è riscontrabile in maniera lapalissiana ictu oculi circa il non rispetto delle più elementari norme urbanistiche, negando spudoratamente l'evidenza visiva. Giova sottolineare infatti che le stesse appartenenti all'allora Polizia Municipale dichiararono in sede di informativa di P.G. che avevano sottoposto a controlli la proprietà della signora Falqui ed era risultato tutto regolare. E' d'uopo far notare che l'accesso in loco non era stato effettuato a seguito dei prefati esposti presentati da De Pierro, ma in fase di indagine preliminare dopo aver denunciato lo stesso De Pierro per abusi edilizi inesistenti. Infatti, dopo aver subito un regolare processo, Fu assolto, insieme ad altri 2 membri della sua famiglia, con la formula piena "perché il fatto non sussiste". Pertanto non solo le vigilesse de quibus non avevano visto gli abusi della signora Angela Falqui, ma erano state capaci di denunciare De Pierro per abusi edilizi inesistenti. Si inoltra per dare la massima diffusione all'opinione pubblica di un'apodittica condotta omissiva, che non ha bisogno di approcci esegetici per comprenderla, posta in essere da chi avrebbe dovuto reprimere immediatamente quanto stava accadendo. Ci chiediamo quale sia la risposta della sindaca Virginia Raggi e dei vertici della Polizia Locale di Roma Capitale di fronte a quanto denunciato nel video.
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