Pochi giorni ancora e Milano si tingerà di verde con il nuovo progetto dell’artista Gabriella Ventavoli. Per amore delle piante – Un mondo verde è il titolo della personale che verrà inaugurata giovedì 8 novembre alla Milano Art Gallery, nello spazio La porta Verde di via Ampère, al numero 102. Il progetto vede l’artista impegnata nell’approfondimento di tematiche ambientaliste già da diversi anni. Questa infatti è la terza mostra interamente dedicata all’amore per il nostro pianeta.
Spinti dalla curiosità, le abbiamo fatto qualche domanda a riguardo.
Signora Ventavoli, l’8 novembre sarà a Milano, alla storica Milano Art Gallery-spazio La Porta Verde, per l’inaugurazione della sua personale Per amore delle piante – Un Mondo Verde.
Anche in questo terzo evento desidero sottolineare la parola “amore”, perché in essa è implicita, a mio avviso, l’idea di protezione: si protegge ciò che si ama, in questo caso il mondo vegetale.
Che cosa si aspetta da questo nuovo tassello del suo longevo progetto?
Lo stupore e l’ammirazione per l’infinita bellezza del nostro pianeta, nelle diverse forme, mi appartiene fin da quando ero una bambina, stimolata da mia madre e dal suo modo di osservare la natura, che con la sua bellezza si opponeva allora agli orrori della guerra.
La mia speranza è che l’arte possa, unendosi ad altre prestigiose voci, contribuire a fare apprezzare i doni che la natura ci ha dato e che dimostriamo di non saper apprezzare e proteggere.
Può affermare che si tratti di una vera e propria campagna di sensibilizzazione ambientale per via artistica?
Mi piacerebbe molto che l’arte potesse contribuire a questa sensibilizzazione. Auspico che arte e scienza si adoperino per significare come le piante, queste creature meravigliose e intelligenti, siano indispensabili alla sopravvivenza dell’uomo.
Si è ispirata a qualcuno in particolare quando ha pensato di intraprendere questo percorso?
Direi di no, è un progetto che nasce dal mio particolare sentire.
Trova questa sua forma di espressione pienamente soddisfacente e congrua con il messaggio che vuole dare?
Credo che l’arte sia un mezzo molto potente, attraverso le immagini, per veicolare messaggi di grande significato.
In una delle sue precedenti delucidazioni, ha affermato che in queste ultime opere ha voluto infondere il movimento. Vuole spiegarci più nel dettaglio cosa intende?
Nelle immagini delle diverse piante rappresentate ho cercato di infondere per mezzo delle linee il senso del movimento, che già Leonardo aveva riconosciuto come “vortice a spirale”, simbolo della vita organica in natura.
Ogni sua personale ha avuto un colore predominante. Per amore dell’acqua l’azzurro, Per amore della Terra marrone. Questa vede il trionfo del verde. A quale delle sue opere è più legata e per quale motivo?
Il verde è simbolo e auspicio che la forza creativa della vita sia più potente della distruttività. Per quanto riguarda le mie opere, sono tutte ugualmente amate come fossero figli.
Molti degli alberi dipinti sono da frutto. C’è una particolare ragione per questa ristretta selezione? E come si inserisce il nono telero?
Gli alberi ci proteggono con le loro foglie verdi per mezzo della funzione clorofilliana, e anche ci nutrono con i loro frutti. Visto il numero delle opere, mi sembra una giusta percentuale.
Amazzonia, il polmone verde della terra, ricco di biodiversità e di svariate forme di bellezza, mi ha permesso di esprimere l’elemento onirico con la rappresentazione di questa parte del nostro pianeta per significare ciò che dobbiamo preservare per la nostra vita.
Di questi percorsi distinti quale le ha dato maggiori soddisfazioni?
Ogni percorso ha rappresentato per me la gioia di esprimere attraverso le immagini sentimenti ed emozioni.
In quale invece ha incontrato più difficoltà?
A dire il vero, il piacere di esprimermi, in ogni opera, mi ha fatto superare le eventuali difficoltà.
In tutto questo si iscrivono la figura del direttore Salvo Nugnes e la Milano Art Gallery, con cui ormai collabora da diverso tempo. Come mai ha scelto nuovamente di esporre con loro?
La collaborazione con il direttore Salvo Nugnes è dovuta alla sua spiccata sensibilità verso i temi che mi sono prefissa di portare avanti anche in futuro.
La domanda sorge spontanea: il progetto continuerà oppure ne comincerà uno completamente nuovo?
Ogni progetto nuovo non nasce senza radici.