«Non sono italiano, sono napoletano»: in un’intervista alla tv tedesca il compianto Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, rispose così al conduttore, proprio come ripeté in tante occasioni un altro vessillo della napoletanità nel mondo, Sophia Loren. A due anni dalla scomparsa dell’indimenticabile interprete di Piedone l’Africano e Lo chiamavano Trinità, e nell’anno della morte di Ermanno Olmi, regista con cui Bud aveva girato il suo penultimo film – Cantando dietro i paraventi -, i Quartieri Spagnoli lo ricordano attraverso una bella iniziativa d’arte e cultura che si svolgerà a Napoli mercoledì 27 giugno a partire dalle ore 12 in vico Lungo Gelso (angolo Vico Tofa).
Sarà presentata infatti alla stampa e a tutti gli invitati all’evento la scultura lignea Bud, uno stencil intarsiato e con varie sfumature di colore rosso, simboleggianti il magma che fuoriesce dai classici mattoncini di tufo napoletano. Un’installazione che rende omaggio alla città partenopea (i richiami sono la lava, il Vesuvio, la pietra tufacea) e a un personaggio altrettanto vulcanico: attore, cantante, atleta, scrittore, Bud Spencer non era un semplice ambasciatore di Napoli nel mondo, ma un uomo poliedrico dai mille talenti e dalla versatilità unica. L’idea dell’opera è venuta all’artista Mario Schiano, che l’ha realizzata con materiali di riciclo forniti da Salvatore Iodice e dalla sua RiciclArte Miniera, e con il supporto dell’Associazione La voce dei Quartieri Spagnoli di cui Iodice è fondatore insieme a Fabio Zizolfi e Giuseppe Maienza. All’incontro prenderanno parte anche Alessandro Iovino, autore del libro Grazie Bud, il maestro pizzaiolo Gino Sorbillo, il presidente della II Municipalità Francesco Chirico, il consigliere regionale dei Verdi Francesco Borrelli, il nipote di Bud Spencer Sebastiano Pigazzi e, in collegamento dalla Radiazza, lo speaker Gianni Simioli. Dopo Budapest, che ha reso onore nel novembre del 2017 al grande Spencer con una statua bronzea alta due metri e trenta di Szandra Tasnadi sulla Corvin Promenade, all’omonima fermata della metro – a riprova della sua notorietà e dell’affetto sincero tributato anche e soprattutto all’estero -, finalmente è la volta della sua città natale ad ospitare un tributo di questo genere. Bud era infatti un simbolo di libertà coi suoi film nell’Ungheria comunista degli anni ’60 e ’70.
Ad allietare il vernissage commemorativo all’aperto ci penserà la Pasticceria Seccia, fiore all’occhiello dei Quartieri Spagnoli da generazioni, che per l’occasione offrirà ai presenti delle mignon con una lettera B disegnata sopra, come l’iniziale del nome d’arte del compagno di Terence Hill in numerose avventure cinematografiche, con cui vantava di «non aver mai litigato». Per un giorno la Pasticceria del popolo si sposta quindi da via Concordia 666 con le sue creazioni nella zona bassa dei Quartieri, per abbracciare sempre più la sua gente e lo spirito creativo che la contraddistingue. Tutti uniti nella memoria di un grande uomo di spettacolo, un campione sportivo e soprattutto del cuore, generoso e affabile come pochi, di cui il cinema italiano avrebbe ancora un estremo bisogno.