Per il settore macchine agricole quello del 2018 può essere considerato un anno spartiacque dal punto di vista normativo: dal 1° gennaio di quest’anno, infatti, è entrata in vigore la “Mother Regulation”, il regolamento madre europeo (Direttiva 167/2013) che istituisce un’unica omologazione dei mezzi agricoli allo scopo di garantire standard elevati in termini di sicurezza e funzionalità.
Con esso le case costruttrici di trattori sono chiamate da quest’anno a rispettare nuovi criteri di produzione relativi a impianti frenanti, ganci traino, masse massime a carico, masse rimorchiabili, dimensioni e velocità massime, eccezione fatta solo per i “fine serie”, per i quali varrà ancora la vecchia normativa (Direttiva 2003/37/CE). Una novità assoluta in ambito normativo di cui però le stesse aziende produttrici erano a conoscenza già nell’ultimo biennio 2016-2018, periodo nel corso del quale è stata concessa la possibilità di adeguarsi gradualmente alle nuove prescrizioni.
Il nuovo regolamento stabilisce importanti modifiche alle masse massime a carico, che aumentano da 14 a 18 T per i mezzi a 2 assi, da 20 a 24 T per quelli a 3 assi e a 32 T per i veicoli a 4 assi, in virtù di una maggiore efficienza e sicurezza di sistemi frenanti, sospensioni, ganci ecc. Le maggiori masse a carico valgono anche per l’accoppiata rimorchio-trattore, purché entrambi i mezzi siano omologati secondo le nuove disposizioni.
Diverso il discorso per la velocità, per la quale il Codice della Strada italiano prevale sull’ordinamento comunitario: tradotto, significa che il limite in Italia resta di 40 Km/h (15 Km/h in alcuni casi), a differenza del limite massimo europeo che è di 60 Km/h. Tuttavia la Mother Regulation, applicabile in tutti gli Stati membri Ue, è obbligatoria esclusivamente per i trattori agricoli, ma facoltativa per altre tipologie di macchine per le quali il costruttore è libero di optare per l’omologazione nazionale, ovvero trattori cingolati, R-rimorchi, trattori a ruote per uso speciale.
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www.cordinisrl.com