ENRICO NADAI-IL MARE

Un uomo inesistente di mezza età trascorse quel giorno seduto davanti alla finestra, nella sala circolare di un castello mai edificato, in cima alla montagna. Egli fissava con sguardo penoso l’orizzonte scuro. Il mare aveva ridotto l’efficienza distruttiva dei giorni precedenti, ed ora era un cadavere perfetto. Anch’esso, come un detenuto nel carcere della terra, allo stesso modo di chi silenziosamente lo osservava dalla finestra, ebbe la sensazione di dover intrattenere la propria anima in una lunga conversazione: era diventato consapevole della propria esistenza, il mare, e non poteva più tornare indietro. Già allo stato fetale di quella nuova condizione si sentiva attraversato da una crisi che, sul momento, non riusciva a spiegarsi; con il passare delle ore, alimentato il veleno dell’intelletto, la ripugnanza si fece superiore e l’impossibilità di sgusciare dalla vita divenne intollerabile. Così, nel ripetuto sfregamento delle onde, fattosi in seguito rumoroso e intenso, sognava di essere quell’uomo inesistente di mezza età, seduto davanti a quella finestra inesistente, nella sala circolare di un castello edificato nell’immaginazione del mare infelice, il quale cercava la rivincita di una vita indesiderata.

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enriconadaiblog.wordpress.com 2017 12 24 il-mare

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