Molti credono erroneamente che la Pasqua cristiana coincida sempre con la Pasqua ebraica (Pesach), ma in realtà le due festività, pur avendo origini storiche collegate, seguono calendari diversi e spesso non cadono nello stesso periodo.
La Pasqua ebraica, che commemora la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto, è fissata al 15 di Nisan, il primo mese del calendario lunare ebraico. Poiché questo calendario segue cicli lunari e ha anni bisestili con il mese di Adar ripetuto, la data della Pesach può variare notevolmente rispetto al calendario solare utilizzato nella tradizione cristiana.
La Pasqua cristiana, invece, celebra la resurrezione di Gesù Cristo e viene calcolata in base a una regola stabilita nel Concilio di Nicea del 325 d.C.: deve cadere la domenica successiva alla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera (fissato convenzionalmente al 21 marzo). Questo calcolo segue il calendario gregoriano per la Chiesa cattolica e protestante, mentre le Chiese ortodosse si basano ancora sul calendario giuliano, portando a ulteriori variazioni nella data.
A volte le due festività possono coincidere, specialmente quando la luna piena cade nello stesso periodo in entrambi i calendari. Tuttavia, in molti anni, la Pasqua cristiana si celebra prima o dopo la Pasqua ebraica, creando discrepanze che possono arrivare a diverse settimane di distanza. Questo è dovuto alle differenze strutturali tra i due sistemi di misurazione del tempo e alle specifiche regole adottate da ciascuna religione.
Nonostante il legame storico tra le due celebrazioni – dato che secondo i Vangeli la crocifissione di Gesù avvenne durante Pesach – la convinzione che le due festività coincidano sempre è un mito. In realtà, la variazione delle date dimostra quanto il calcolo religioso del tempo possa essere complesso e influenzato da diversi fattori astronomici e tradizionali.