Irene Antonucci, attrice, autrice e attivista, ha scelto di affrontare uno dei temi più urgenti e delicati della società contemporanea: la violenza di genere. In occasione del 25 novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, presenta un monologo intenso e personale, che diventa non solo un atto di denuncia ma anche un messaggio di forza e speranza.
Con la sua interpretazione, Irene illumina una delle forme più subdole di abuso, quella psicologica, troppo spesso invisibile e ignorata. Questo tipo di violenza lascia cicatrici profonde e durature, minando l’autostima e manipolando le emozioni delle vittime, senza che vi siano segni evidenti. Ma il messaggio di Irene è chiaro: non è mai troppo tardi per spezzare il silenzio, riconoscere questa realtà e riprendere il controllo della propria vita.
Guarda il video completo del monologo su YouTube.
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Irene per comprendere meglio le motivazioni e il significato dietro questo progetto, e per esplorare il suo impegno artistico e personale.
Intervista a Irene Antonucci
Giornalista: Irene, grazie per essere qui con noi. Il tuo monologo per il 25 novembre è un’opera che affronta un tema molto personale. Come è nata l’idea di scriverlo e portarlo in scena?
Irene Antonucci: Grazie a voi per questa opportunità. Il monologo è nato da un’esigenza personale, un’urgenza che non potevo più ignorare. Ho vissuto sulla mia pelle la violenza psicologica e ho sperimentato quanto sia difficile riconoscerla, parlarne e uscirne. Ho deciso di trasformare quel dolore in qualcosa di utile, una narrazione che potesse raggiungere chi sta vivendo situazioni simili e farle sentire meno sola. È il mio modo di dire: “Ti capisco, ti credo, e insieme possiamo superarlo.”
G: Il tuo monologo si concentra sulla violenza psicologica. Perché hai scelto di mettere in luce proprio questo aspetto?
I.A.: Perché è una forma di violenza che spesso viene ignorata o sottovalutata. Quando si pensa alla violenza di genere, l’immaginario collettivo si concentra principalmente sui lividi e sui segni fisici. Ma la violenza psicologica è altrettanto devastante, perché ti distrugge dall’interno. Ti manipola, ti isola, ti fa dubitare di te stessa. Non lascia lividi visibili, ma segna profondamente l’anima e la mente. Volevo portare l’attenzione su questo aspetto proprio per far capire che anche questo è abuso, e che dobbiamo imparare a riconoscerlo e a combatterlo.
G: Qual è il messaggio principale che vuoi trasmettere al pubblico attraverso il tuo lavoro?
I.A.: Il messaggio principale è che la violenza, in qualunque forma si presenti, non è amore. L’amore non è controllo, non è paura, non è manipolazione. Voglio dire alle donne che non sono sole e che hanno il diritto di essere rispettate e amate. È importante riconoscere i segnali di una relazione tossica e non avere paura di chiedere aiuto. Il mio monologo è una dichiarazione di forza e di speranza: possiamo rialzarci, sempre.
G: Parallelamente al monologo, hai pubblicato un libro. Ce ne parli?
I.A.: Certamente! Il mio libro si intitola La comunicazione dell’artista vincente ed è disponibile su Amazon (scoprilo qui). Si tratta di un manuale che nasce dalla mia esperienza nel mondo del cinema e della comunicazione. Ho voluto offrire strumenti pratici e consigli per aiutare gli artisti a raccontarsi in modo efficace, valorizzando la propria unicità. Credo che saper comunicare sia essenziale, non solo nell’arte ma in ogni ambito della vita. Questo libro vuole essere una guida per chi desidera costruire un’identità forte e autentica.
G: Qual è il tuo obiettivo con questo progetto?
I.A.: Voglio che il mio monologo e il mio libro diventino strumenti di sensibilizzazione e ispirazione. Ogni donna ha il diritto di vivere libera dalla paura e di sentirsi forte e amata. E ogni artista ha il potenziale per comunicare messaggi importanti e lasciare il segno nel proprio settore. Spero che il mio lavoro possa raggiungere il cuore di molte persone e aiutarle a trovare il coraggio di cambiare, di combattere per sé stesse e di credere in un futuro migliore.
G: Dove possiamo seguirti per rimanere aggiornati sui tuoi progetti futuri?
I.A.: Mi trovate su tutti i principali social network, dove condivido le mie iniziative artistiche e personali. E ovviamente, vi invito a guardare il video del monologo su YouTube e a leggere il mio libro su Amazon.
Con il suo monologo e il suo libro, Irene Antonucci continua a utilizzare la sua arte per sensibilizzare e ispirare. Il suo lavoro rappresenta un contributo significativo alla battaglia contro la violenza di genere e un invito a credere in un futuro in cui nessuna donna debba più vivere nella paura.