Regista emergente Flavia Calabrese, col suo corto dal titolo “Vietato fumare” che ha vinto il premio dell’Ufficio Stampa del dottore Salvo De Vita, come si è sentita quando ha saputo di questa nomination?
Per me è stata una grande emozione, il corto che ho presentato non affronta attualità sociali di genere, che vediamo di frequente, ma ha un passaggio molto fine a livello psicologico dell’individuo, che coinvolge l’essere umano nelle sue particolarità di approccio, questo era il messaggio che volevo trasmettere, e sapere che ha fatto breccia mi rende molto felice.
Da questo premio, del dottore Salvo De Vita, cosa ne è scaturito in lei?
Maturando, mi ha dato un significato molto profondo, a prescindere è un lavoro che lo faccio con passione, dedizione, ha un valore univoco. Quindi, ciò che racconto può “risuonare” col pubblico, questo era ed è il mio intento, come lo è stato anche con il giurato il dottore Salvo de Vita, che mi ha onorata con questo premio. Tutto ciò, mi ha dato una spinta, a continuare col mio lavoro con più dedizione, formando in me un’esperienza di crescita, di opportunità nei vari settori cinematografici, cioè di arricchimento e spero in nuove collaborazioni che possano ampliare il mio percorso.
Ci può delucidare su questo film short e le tematiche che tocca?
Fondamentalmente il mio proposito, era di sfiorare a livello del subconscio la comprensione dell’altro. I protagonisti, sono due personaggi, che sembrano distanti e diversi l’uno dall’altro, ma che in realtà hanno qualcosa in comune, sono facenti parte tutte e due della nostra umanità, nelle varie sfaccettature della società. Due personaggi: lei una donna in carriera, fredda, se possiamo osare nel definirla un po' malfidata. Mentre lui, un giovane timido, insicuro, quindi due persone che non hanno nulla in comune, che si incontrano in un dato lasso di tempo e si confrontano. Il nocciolo della questione, se vogliamo, e che sono molto innamorata del nostro genere umano, quindi penso che ci sia spesso e volentieri poca comprensione, poco dialogo tra di noi ed ecco che scattano poi questi atteggiamenti, di chiusura l’uno verso l’altro e si innescano emozioni a volte represse, blocchi che diventano muri invisibili. Ecco il motivo per cui ho voluto mettere a confronto questi due personaggi, che hanno le stesse paure, gioie, gli stessi fantasmi da cui guarire, per poter interagire con un’apertura mentale e sociale.
Da chi è nata questa idea e come mai?
Dal punto di vista creativo, metto in cantiere varie idee, e da lì nascono poi questi progetti lavorativi. Penso che l’idea, nasca da una mia esperienza lavorativa e caratteriale; ho lavorato e lavoro nei casting ed in altri ambiti diversi del settore, dove ho incontrato vari tipi di persone diverse tra loro, che mi hanno dato spunti e crescita professionale per questi progetti, che sono sempre un modus operandi d’evoluzione per la mia persona.
Nel suo carnet cinematografico ha altre idee per il futuro?
Per il momento, mi sto concentrando su una scrittura di un progetto personale che adesso è in cantiere, un lungometraggio, anch’esso senza grandi sorprese, visto che si parla di un rapporto tra due persone molte diverse. Quindi, si parla sempre di mondi diversi, dove il comune denominatore è trovare un punto d’incontro, di connessione, il tutto da scoprire…
Sogni o reali collaborazioni per il futuro ce ne può parlare?
Come collaborazioni, ad oggi sto collaborando ad una sceneggiatura, che è in ballo per la Italian Film Commission, e stiamo aspettando in merito. I miei sogni, sono di crescita e interfaccio sempre maggiore con questo mondo bellissimo che è quello cinematografico.
Articolo: Dott. De Vita - R.Calderone
Dirigente e Resp. del Progetto Nazionale: Ufficio Stampa & Produzioni MP di Salvo De Vita
Distribuzione Nazionale Progetto: Dott. ssa Mietto Elisa