CUBA PERFORMATIVA
presenta/presents
Tonel. La historia en paños rojos
Videoarte cubana tra evasione e introspezione
a cura di/curated by Giacomo Zaza
31 ottobre/october – 20 dicembre/december 2024
Inaugurazione/Opening: 31 ottobre/october h 18:00
Maschio Angioino
Via Vittorio Emanuele III, NAPOLI
Il 31 ottobre presso le Antisale dei Baroni al Maschio Angioino di Napoli, inaugurano le mostre
Tonel. La historia en paños rojos e Videoarte cubana tra evasione e introspezione, che rientrano nell’ambito del progetto CUBA PERFORMATIVA, ideato e curato da Giacomo Zaza, prodotto da Andrea Aragosa per Black Tarantella, con il patrocinio del Comune di Napoli.
La prima mostra personale di Tonel a Napoli La historia en paños rojos, realizzata con il sostegno del Canada Council for the Arts, presenta un importante nucleo di opere inerenti agli ultimi vent’anni. Il titolo fa riferimento all’opera La Historia (siempre se envuelve a sí misma en paños rojos), alludendo all’idea che tanto la storia quanto la finzione ci vengono presentate come narrazioni.
Tonel ((Antonio Eligio Fernández) sviluppa una particolare visione dell’essere umano, della società e delle sue interconnessioni. Frequenta la Storia e la memoria, collettiva e personale, con rimandi e allusioni al periodo della Guerra Fredda, tra la metà e la fine del secolo scorso. Così facendo elabora narrazioni che costruiscono un inconsueto rapporto rappresentativo con il mondo.
La mostra a Napoli si presenta in modo ironico e stratificato, carica di rimandi, a confondere gli spettatori, o invogliarli a considerare altri possibili scenari storici, al di là di quelli conosciuti e accettati. Tonel invita lo spettatore a una lenta e attenta esplorazione di un universo fantasioso, ricco di temi e motivi narrativi, ricordandoci però, a lettere cubitali, che El tiempo no es dinero. E che dunque bisogna uscire dalla “colonizzazione” della vita da parte delle logiche dell’economia.
In mostra emergono gli interessi di Tonel nei confronti dei programmi spaziali sovietici e americani (come le missioni russe “Soyuz” e quelle statunitensi “Apollo”). Nelle opere dove si percepisce il fascino per l’esplorazione scientifica del cosmo l’immagine elaborata da Tonel, si distacca totalmente dal significato politico e propagandistico del dominio dell’atmosfera esterna a cui puntavano (e forse ancora puntano) le grandi potenze.
Scrive nel suo testo il curatore Giacomo Zaza: “l’articolata produzione di Tonel, presentata per la prima volta a Napoli, porta con sé molteplici questioni: i temi dell’individuo e della comunità, l’economia globale e il neoliberismo durante le crisi finanziarie e i capricci dei mercati azionari, il legame tra progresso scientifico e progresso etico, la formazione degli “imperialismi” e delle coalizioni geopolitiche“.
Tonel conduce un viaggio intermediale (disegni, libri d’artista, installazioni con tondini di ferro, assemblaggi oggettuali, sculture di legno), che produce deviazioni simboliche, scenari ludici, parodistici, ma anche incessanti associazioni poetiche polisemiche.
La seconda mostra intitolata Videoarte cubana tra evasione e introspezione, si sofferma su alcune esperienze di sperimentazione video da Cuba, protagoniste della ricerca contemporanea dentro e fuori dell’isola. Dodici artisti contemporanei, attivi dagli anni Ottanta e Novanta (Juan Carlos Alom, María Magdalena Campos-Pons, Luis Gómez Armenteros, Tony Labat, Ernesto Leal, Sandra Ramos, Lázaro Saavedra) all’ultimo trentennio (Liudmila & Nelson, Javier Castro, Susana Pilar Delahante Matienzo, Glenda León, Grethell Rasúa), affermano lo sguardo empatico e pulsante della pratica video cubana, rivolto tanto ai registri immaginari e fantasiosi, quanto ai contesti urbani (le strade dell’Avana), ai comportamenti e alle abitudini, alle vicissitudini e ai desideri che legano l’individuo al gruppo. Uno sguardo che si sofferma sulle melodie e sulle sonorità tipiche (i ritmi afrocubani e i numerosi generi musicali, dalla timba al reggaeton).
Le esperienze presentate a Napoli offrono un percorso visivo corale e molteplice che mette in primo piano i frammenti decentrati di una narrazione d’impegno etico. Qui s’intrecciano spazio pubblico e spazio privato (spesso negato dai precetti del Comunismo), vicende socio-culturali con inattesi percorsi simbolici.
Sottolinea Zaza: “La pratica video cubana porta con sé un’incredibile spinta performativa. Gli artisti scelti per Napoli si muovono tra valori fondativi dell’esperienza (la solidarietà, la libertà dell’individuo) e la ricerca di una dimensione poetica, uno spazio sensibile, un “mondo magico”. Esplicitano sia visioni non convenzionali – discostandosi o avvicinandosi a implicazioni politiche – sia un racconto metaforico che intende aggiungere discorsi differenti rispetto all’ordine stabilito. L’intento è di sfuggire agli stereotipi per definire un laboratorio visivo pensante.”
La mostra a Napoli è un importante momento per conoscere alcuni temi del mondo cubano, la sua insularità, e le ricerche fuori dall’isola. Dimostra come la crisi ideologica degli ultimi decenni contribuisce a una pratica artistica desiderosa di superare lo scarto tra il passato storico e il presente sociale, configurando un campo d’indagine visiva, nonostante la limitatezza delle apparecchiature che caratterizza l’isola.
Aggiunge il curatore: “È bene precisare che l’arte a Cuba tra la metà e la fine degli anni Ottanta, non solo si è appropriata dell’immaginario politico (di carattere propagandistico celebrativo) per decostruirlo e “delegittimarlo”, ma la sua fucina simbolica ha incorporato (seguendo l’opera di Ana Mendieta) anche il mondo delle popolazioni amerinde e delle comunità afrocubane, con le loro credenze. Negli anni Novanta ha sperimentato una pratica “irriverente” carica di tensione etica, prendendo coscienza dei drammi del proprio paese, in particolare della migrazione che ha colpito gravemente Cuba (il fenomeno dei balseros). Le sue opere appaiono connotate da deviazioni e continui spostamenti di significato. Di fatto, non potendo praticare un’opposizione esplicita, esposta a censura, l’arte cubana ha accentuato il sarcasmo e la metafora riflessiva, giungendo ad assimilare l’underground, i sistemi informali della società, la vita del barrio: ovvero le forme e gli argomenti popolari.”
Le vicende performative di Videoarte Cubana sono le tappe di un’esplorazione all’interno dell’universo umano, affetto tanto dall’incertezza e dalla vulnerabilità, quanto da momenti di emancipazione e rinascita. Nascono dal dialogo con lo spazio ordinario del vissuto sociale e dall’interpretazione delle energie corporali che transitano dal singolo alla sfera partecipata del gruppo. Diventano un importante campo di sperimentazione metalinguistica, processuale e concettuale.
Attraverso il video, gli artisti cubani prendono in esame numerose questioni: libertà di pensiero e differenze di classe, potenzialità femminili e il sincretismo quale luogo di mutazioni culturali. Le loro pratiche video, oltre che essere una mescolanza di attitudini documentaristiche ereditate dal cinema cubano e vocazioni performative, incroci tra realismo e astrazione, sono un interessante snodo d’introspezioni, archivi personali, spazi di rivolta, slanci immaginari per rigenerare il mondo.
UFFICIO STAMPA/PRESS OFFICE:
www.rp-press.it- E: press@rp-press.it
Contact: Marcella Russo - M. +39 349 3999037
INFO:
Progetto: Cuba Performativa
Titolo mostra/Title: Tonel. La historia en paños rojos
Titolo mostra/Title: Videoarte cubana tra evasione e introspezione
A cura di/curated by: Giacomo Zaza
Inaugurazione/Opening: 31 ottobre/october h 18:00
Date/dates: 31 ottobre/october - 20 dicembre/december 2024
Inaugurazione a ingresso gratuito/ free entrance
Dove/where: Maschio Angioino, Via Vittorio Emanuele III, 80133 Napoli
Orari / Hours : Lunedì - sabato / Monday – Saturday 10:00-13:00 / 14:00-17:00
Info Maschio Angioino: T. 081 795 7722
Produzione: Andrea Aragosa per Black Tarantella, Black Art
Patrocinio: Comune di Napoli, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”
Si ringrazia il Canada Council fot the Arts del sostegno alla mostra Tonel. La historia en paños rojos