Gli armadietti in corridoio, le cheerleader, il ballo della scuola, la cerimonia di diploma con la toga e il lancio del tocco… Sono tantissimi gli studenti italiani di quarta superiore che ogni anno scelgono di studiare all’estero. L’High School Program, il programma educativo riconosciuto dal Miur che permette di frequentare il liceo all’estero per tre, sei o nove mesi, è, infatti, ormai già da diversi anni, una valida possibilità formativa, nonché un vero e proprio trend anche in Italia.
Meta preferita sono gli Stati Uniti d’America con il 48% del totale delle partenze, segue il Canada (28%) mentre l’Europa si assesta al 7%. In crescita Australia e Nuova Zelanda (11%), destinazioni che, insieme a Brasile e Sudafrica, permettono il soggiorno durante i nostri mesi estivi, senza compromettere la frequenza della scuola italiana. Le regioni che registrano maggiori partenze sono, nell’ordine, Lombardia (35%), Lazio (17%), Emilia-Romagna (11%), Piemonte (10%) e Veneto (8%).
Patrizia Groppo, Managing Director di YouAbroad, organizzazione specializzata del settore che in 15 anni di attività ha realizzato il progetto di studiare all’estero di oltre 7.000 studenti, racconta: “L’anno all’estero sta ormai diventando un’esperienza imprescindibile per poter accedere alle più prestigiose università con percorsi internazionali fuori Italia e, sempre di più, anche nel nostro Paese. La possibilità di studiare all’estero non significa solo apprendere una nuova lingua, ma anche crearsi un network internazionale destinato a durare per sempre, nonché sviluppare competenze trasversali indispensabili per il futuro accademico, professionale e personale. Tra i nostri studenti c’è chi ha realizzato importanti progetti accademici entrando in università prestigiose come Harvard e Columbia, chi si è invece distinto in sport poco noti in Italia, come il football, il rugby o il cheerleading, che in America è una vera e propria attività sportiva, con tanto di competizioni regionali e nazionali. Alcuni studenti hanno scoperto una vocazione sociale partecipando ad attività di volontariato, si sono appassionati a materie particolari come robotica o “dibattito” e c’è chi ha addirittura imparato il linguaggio dei segni per poter comunicare con il “fratellino americano” con disabilità”.
Partire per molti è un sogno ma occorre essere preparati e affidarsi ad un’organizzazione seria.
Patrizia Groppo prosegue: “Per candidarsi al programma di studio all’estero occorre avere un’eccezionale motivazione, un buon rendimento scolastico e un’alta consapevolezza di sé. A volte i ragazzi sono preoccupati di uscire dalla zona di comfort, soprattutto in questi anni post-pandemia, motivo per cui consigliamo di programmare l’iscrizione con grande anticipo affidandosi ad un’organizzazione professionale che abbia valide referenze soprattutto nell’ambito della cura psico-emotiva dello studente”.
Per vivere un “assaggio” di questa esperienza che cambia la vita e conoscere tutte le possibilità che un simile percorso formativo può offrire, arriva a Milano la prima edizione di ya!Discovery (28 settembre 2024).
Si tratta di un evento di orientamento, unico nel suo genere e gratuito, per scoprire l’emozione dell’anno all’estero, parlare con tutor, ex studenti, insegnanti e genitori e partecipare a conferenze di approfondimento.
Durante il pomeriggio organizzatao da YouAbroad, i ragazzi e le famiglie interessate a questa opportunità potranno, attraverso un’esperienza immersiva e coinvolgente conoscere i diversi programmi disponibili, partecipare a workshop e approfondire nel dettaglio le diverse destinazioni tra cui scegliere.
Per immergersi al meglio nell’atmosfera dell’Exchange Student Life ci sarà poi ya!Land, un’area dedicata con stand a tema, giochi, quiz, simulazioni e tante altre attività interattive legate all’esperienza dell’anno all’estero.
ya!Discovery – Scopri l’emozione dell’Anno all’Estero
28 settembre ore 15:00
Magna Pars | Via Tortona n.15 |Milano
Per info e prenotazioni: https://www.youabroad.it/it/infoday-in-presenza/
Fonte notizia
www.youabroad.it it infoday-in-presenza