La denominazione Bussi deriva probabilmente dal nome della pianta del bosso (buxus in latino), dell'epoca italica e poi romana si ha notizia della torre di Sutrium, usata poi dai Longobardi nel VII secolo, ancora oggi visibile in località San Rocco.
La prima menzione storica del castello di Buxio o Bussio risale al 1111, quando è indicato come confine esterno del territorio dell'Abbazia di San Clemente a Casauria[6]. Nella Galleria delle Mappe Geografiche dei Musei Vaticani, volute dal pontefice Gregorio XIII e realizzate dal 1580 al 1585, si trova indicato l'attuale fiume Tirino con il nome di Buscio.
La prima citazione risale al 774 quando il re longobardo Desiderio donò all'abbazia di San Vincenzo al Volturno la chiesa e il monastero di San Pietro ad Oratorium, oggi nel territorio di Capestrano e la valle "Trita" sita nel territorio diocesano di Valva (Sulmona). Con il termine "Trita" si intendeva la valle del Tirino, fiume che lambisce Bussi, e comprendeva i vici di Ofena, borgo sorto sopra le rovine della vestina Aufinum e Carapelle Calvisio, dotata di baronia. Il possesso della Valle Trita viene riconfermato a San Vincenzo al Volturno da Carlo Magno il 10 aprile 775 e poi nel 779 dal giudice Dagari per volere del duca di Spoleto. Degli uomini di Carapelle avevano occupato i territori spettanti al monastero, e non volevano esserne resi tributari come stipulati dalle convenzioni.
Questi obblighi dei contadini verso le terre di San Vincenzo al Volturno presso San Pietro ad Oratorium vennero riconfermati da Ludovico II Germanico, nell'854 da Frasindo per contro di Guido duca di Spoleto, anche se sorsero contenziosi per i confini territoriali con il monastero di San Giovanni al Volturno. Dal Chronicon Casauriense di Giovanni di Berardo, si ha la citazione di Buxium nel 111, dove si descrive un borgo dotato di castello, che appartenne nel IX secolo all'abbazia di San Clemente a Casauria.
Fuori Bussi si trova ancora la torre longobarda, detta di "Sutrium", ossia un avamposto fortificato a pianta triangolare molto simile alla torre di Montegualtieri (Teramo), usata per gli avvistamenti e il controllo sulla valle. Presso la torre sorse la cappella di San Rocco di cui restano ancora i ruderi, e la stessa località è detta di San Rocco. Nel 1092 alcuni stabili del castello erano posseduti dall'abbazia di San Benedetto in Perillis, nel 1021 si ha la prima notizia sulla chiesa di Santa Maria di Cartignano, appena fuori dal paese, uno dei monumenti simbolici di Bussi, usata come grancia benedettina dell'abbazia di San Liberatore alla Maiella