Il tema drammatico dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA), che colpisce soprattutto i giovanissimi è stato esplorato con profondità e sensibilità, nel cortometraggio "Il Suono dell’Ombra", scritto da Valentina Fratini Lyndon e diretto da Michele Picchi.
Nel nostro paese stiamo assistendo ad un aumento esponenziale dei disturbi del comportamento alimentare. Dati del Ministero della Salute stimano che in Italia oggi ne soffrano più di tre milioni di persone e decine di milioni di giovani e di adulti nel mondo si ammalano ogni anno. La pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione, con un incremento di casi stimato di almeno il 30-35%.
Tipicamente questi disturbi hanno l’esordio in età evolutiva, anche se nella popolazione infantile, bambini di 8-9 anni, presentano sintomi di DNA tipici dell’età adolescenziale e adulta, e colpiscono maggiormente la popolazione femminile, ma il numero dei maschi sta aumentando soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale.
Il registaMichele Picchi - noto per aver lavorato come assistente alla regia con Ettore Scola (Capitan Fracassa), Ricky Tognazzi (Ultrà) e Giovanni Veronesi (Viola Bacia Tutti), nonché per essere sceneggiatore di produzioni cinematografiche e televisive - ha affrontato con coraggio il tema dei disturbi alimentari nel suo cortometraggio.
Nel cast di primo piano i grandi attori del calibro di Enzo Decaro, attore nato professionalmente con il trio “La Smorfia” assieme a altri due grandi come Massimo Troisi e Lello Arena e la cui carriera è proseguita tra teatro, televisione e cinema. Yvonne Sciò, attrice che esordisce grazie a uno spot pubblicitario che le permetterà di approdare prima al cinema al fianco di Carlo Verdone, poi in teatro con Gigi Proietti e in televisione con Non è la RAI, per proseguire con numerosi progetti sia come attrice che come regista, Sofia Plescia modella e giovane attrice del cortometraggio di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale “Per Sempre Insieme”, e Davide Reali attore marchigiano, impegnato in progetti di fiction e cinema.
La produzione è stata curata dall’Associazione ALMAS, attiva dal 2014 e impegnata nella promozione di progetti di formazione e utilità sociale, con particolare attenzione al cinema, all'audiovisivo e agli eventi dal vivo, la cui Presidente, Sabina Pariante, è stata anche organizzatore.
La Financial Manager Sonia Giacometti, Vicepresidente di ALMAS, è tra le figure più attive nel finanziamento di documentari, cortometraggi, film, fiction e serie, sia con fondi pubblici che privati. Ha contribuito professionalmente a diverse produzioni cinematografiche, tra cui "Mamma qui comando io" di Federico Moccia, "Copperman" di Luca Argentero e "Nati due volte" di Pierluigi Di Lallo, oltre a vari cortometraggi.
Il coproduttore è rappresentato dall’azienda “1 Attimo in Forma”, leader nel settore degli alimenti energetici.L’azienda non è nuova a iniziative di sensibilizzazione/culturali. È stata infatti fortemente voluta dalla produzione per il suo impegno nel sociale. In ultimo infatti il progetto sulla fragilità giovanile - lanciato in occasione dell’ultima edizione di Cibus, il Salone Internazionale dell'Alimentazione - le cui conseguenti problematiche sfociano anche in disturbi alimentari. Il cortometraggio rientra nei canali di comunicazione, quali cinema, arte, musica, pittura che possono veicolare importanti messaggi ai nostri giovani.
"Abbiamo continuato e ribadito il nostro impegno nell'affrontare tematiche di rilevanza sociale e legate a un'alimentazione contemporanea, consapevole e sostenibile; fedele alla nostra missione di sollecitare a condurre una alimentazione sana e corretta che non contempli eccessi, come racchiuso da sempre nel payoff “A ognuno la sua Forma”. L’azienda è particolarmente vicina alla tematica dei disturbi alimentari, tanto frequenti e connessi alla preadolescenza e all'adolescenza, ponendosi al fianco delle tante famiglie che si sentono disorientate di fronte all'avanzare di una civiltà dell'immagine che alimenta una visione distorta della realtà e degli obiettivi, frammentando e dissolvendo l'io alla ricerca di una propria strada e identità; la coproduzione di questo cortometraggio è stata uno dei passi che concretamente e quotidianamente abbiamo desiderato percorrere come punto di riferimento emotivo e culturale per chi si trova ad affrontare questi disagi; perché la fragilità torni ad essere un valore, e un modo di rappresentare la propria sensibilità" – È quanto affermato dai vertici di “1 Attimo in Forma”.
Il cortometraggio racconta la storia di Giada, una quindicenne amante della musica, che vive serenamente dedicandosi alla composizione, in contrasto con la madre Emma, desiderosa che si concentri sugli studi. Quando il ragazzo che piace a Giada, Claudio, ha mostrato interesse per Emma, Giada è diventata insicura riguardo al suo aspetto fisico e ha iniziato a soffrire di anoressia. La sua situazione è peggiorata progressivamente fino a quando, durante un viaggio dei genitori, è entrata in coma a causa della debolezza. Emma ed Enzo, disperati, hanno cercato di risvegliarla con la musica, sua grande passione.
Rhapsodia Film, azienda guidata da Roberto Marra, che si distingue per fondere l'approccio convenzionale con scene ed elementi in animazione 2D, si è occupata della distribuzione.
La post produzione è stata invece gestita dall'Università di Roma Tre, che, oltre ad essere sponsor del progetto cinematografico, ha fornito laboratori e attrezzature per garantire il conseguimento di un lavoro di assoluta eccellenza sotto il profilo puramente tecnico.
Gli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione del cortometraggio sono: Ciu' Ciu' Tenimenti Bartolomei, Casa della Piada CRM, Rotary Club Porto San Giorgio - Riviera Fermana, Pastificio di Mauro Firmanum Società Cooperativa, Cambio servizio di Panich Motors, Antico forno Anteni, Ristorante Pinseria Duilio, Ristorante Pizzeria Altamarea, Le Delizie di Iommi Marina, Super Coal La goccia e Già Colors, specializzato nella vendita di vernici, colori e prodotti per l'edilizia all'avanguardia, nonché Tina e Sauro, specialisti del tricolook e Miss Chef, un’associazione di promozione sociale internazionale, celebre per dare vita ad un Premio prestigioso cui partecipano solo chef donne italiane, presieduta dalla giornalista internazionale, autrice della Rai nonché referente dipartimento pari opportunità CIM, Mariangela Petruzzelli e Villa Miralago, che è una struttura residenziale situata vicino a Varese, specializzata nel trattamento riabilitativo dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA), accreditata dal Servizio Sanitario della Regione Lombardia, presieduta dal Cav. Mario Pozzoli, imprenditore e fondatore della struttura. Anche la Regione Marche ha contribuito alla realizzazione della produzione cinematografica, in particolare grazie all'impegno del Consigliere Regionale, Nicola Baiocchi.
La location è stata Porto San Giorgio, scelta anche grazie alla preziosa consulenza dell’artista Francesca Guidi, che ha svolto l’attività di Location Manager. Si tratta di un pittoresco paese marchigiano situato tra mare, colline e montagne, ideale per una storia così emblematica. Le scenografie non sono state quindi solo di contorno, ma parte integrante della narrazione, aiutando i protagonisti a riscoprire sé stessi e i valori fondamentali di condivisione, aiuto, solidarietà e amore, spesso dimenticati.
Il sindaco Valerio Vesprini e l'assessore alle Politiche sociali e Cultura Carlotta Lanciotti hanno avuto un ruolo insostituibile per il supporto all’organizzazione e aver concesso l'opportunità di poter svolgere le riprese nella loro splendida località e in particolare nel Distretto sanitario e a Villa Santa Maria al Poggio di Chiara e Francesco Mazzini.