Le strade umide e cupe di Roma sembravano avvolte da un alone di mistero quella sera, mentre Lola e Giovanni si trovavano nel loro solito rifugio, un angolo appartato di un vecchio caffè dalla facciata decadente. La luce fioca delle lampade creava giochi di ombre sui loro volti, accentuando l’atmosfera cupa che li circondava.
Giovanni fissava Lola con uno sguardo penetrante, ansioso di ascoltare il segreto che sapeva che avrebbe svelato. Lei, con occhi velati di tristezza, prese un sorso dal suo bicchiere di whisky prima di iniziare il suo racconto.
“Non avrei mai pensato che la mia vita avrebbe preso una piega così oscura,” cominciò Lola, la sua voce appena un sussurro nell’aria densa. “Era un periodo in cui l’incertezza e la disperazione regnavano sovrane nella mia vita. E fu in quel momento che incontrai lui.”
Lola proseguì raccontando di come si fosse imbattuta in un prelato dal viso severo e occhi scrutatori. Era un uomo influente, potente, eppure nascosto dietro la maschera di pietà e devozione religiosa. Le sue mani lunghe e ossute sembravano in contraddizione con il suo abito talare impeccabile. Iniziò a frequentare la chiesa dove lui predicava, attratta da un potere che non riusciva a comprendere appieno.
“Mi avvicinai a lui inconsapevolmente,” confessò Lola. “Le sue parole sembravano offrirmi consolazione, un’ancora di salvezza nella tempesta della mia vita. E poi, gradualmente, ci fu un altro tipo di attrazione.”
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