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Will Media è certamente il caso più celebre e riuscito – anche grazie a un timing quantomeno fortuito, essendo nato a gennaio 2020 – ma ha anche fatto fin da subito una scelta molto forte per un profilo di informazione: non avere un sito. Il sito è nato solo molto dopo, come raccoglitore e motore di ricerca dei vari contenuti prodotti, visto che da Instagram Will si è espanso su tutti i social e, soprattutto, nei podcast. Will ha tra i suoi punti di forza il fatto di aver voluto fin da subito raccogliere, sviluppare e raccontare notizie avendo ben in mente il target di riferimento: giovani under 35, la maggioranza degli utenti di Instagram. E dunque ha sfruttato tutto ciò che Instagram mette a disposizione sia dal punto di vista tecnico – caroselli, storie, reel, dirette – che di linguaggio, utilizzando emoji, meme e trend del momento per veicolare le informazioni.
Factanza è nata un anno prima di Will, nel marzo 2019, mentre Torcha è stata fondata a marzo 2020, in piena pandemia. Entrambe hanno Instagram come proprio cuore pulsante, e hanno poi via via ampliato la propria gamma informativa su piattaforme come Twitch, Spotify, Tik Tok.
Tutte queste tre redazioni – perché per quanto atipiche restano redazioni giornalistiche – hanno uno stile immediatamente riconoscibile sia a livello visivo che di scrittura. E questa è la loro forza: quando scorriamo il nostro feed, o le storie o la sezione reel, il loro stile è riconoscibile al primo scroll e ci invoglia a leggere la notizia o l’approfondimento, se di nostro interesse.
Un altro punto di forza è certamente la loro capacità di fare community e di far sentire coinvolti nel progetto i lettori-follower, oltre a diffondere notizie il più possibile certe e verificate, e in linea con ciò che potrebbe interessare ai loro lettori potenziali.
Quanto detto finora di buono su Will, Torcha e Factanza può essere adattato anche per un media che da sempre vive nel digitale: Il Post. A giudizio di chi scrive, Il Post è una delle testate che meglio comunicano e utilizzano Instagram, certamente agevolato dall’avere una redazione con un’età media più bassa di quella delle redazioni tradizionali e dall’essere sempre stato un giornale – se così si può definire – solo
Le “cose spiegate bene” funzionano egregiamente anche su Instagram, dove stories e post si intrecciano con la promozione che i giornalisti fanno dei propri pezzi o prodotti più importanti. La forza de Il Post risiede inoltre sul senso forte di community che circonda questo progetto editoriale: la scelta di creare abbonamenti senza un paywall ha creato una rete di persone che contribuiscono al Post senza un tornaconto, ma solo perché credono in quel modo di fare informazione. Una ricetta che funziona molto anche per avere una community forte anche sui social.
Instagram, o per meglio dire la moltitudine di funzioni che gli sviluppatori hanno aggiunto negli anni a un social nato per condividere fotografie tra professionisti e amatori, ha cambiato molto il panorama informativo. Se prima si andava più genericamente su Google a cercare le notizie, ora sono loro ad arrivare a noi direttamente nel nostro feed, in un luogo dove teoricamente si andava per intrattenersi e guardare foto di amici e personaggi famosi.
Il social dell’informazione per eccellenza è e, almeno per qualche tempo, resterà Twittter, nonostante Elon Musk. In Italia gli utenti che cinguettano sono ancora pochi rispetto agli utenti su Instagram, ma nel mondo della politica, dell’economia e del giornalismo a livello globale Twitter la fa ancora da padrone.
È tuttavia possibile trarre alcuni spunti di riflessione su come Instagram abbia cambiato il panorama informativo:
Tutti gli account nominati hanno bene in mente il loro pubblico di riferimento e parlano a loro (e con loro) attraverso contenuti di valore. Se voglio l’attenzione del pubblico, devo prima dargli un contenuto che sia utile, interessante
Non esistono formule magiche. Ciascun account ha trovato il proprio modo di comunicare, cambiando anche strategia e format per adattare al meglio ciò che avevano da dire con lo strumento migliore per farlo. E non viceversa.
Bisogna essere bravi a prescindere da Instagram. Si torna al primo punto: non è solo questione di strategia, che aiuta certamente a promuovere in modo corretto il contenuto. Ma se alla base non c’è un prodotto eccellente – in questo caso la loro professionalità come giornalisti e/o testate, nel caso di aziende i loro prodotti e servizi – sarà molto difficile ingannare il pubblico. Si potrà avere un successo nel breve periodo, ma nel lungo periodo la verità verrà a galla.
Con la diffusione di massa della televisione durante la seconda metà degli Anni Sessanta, la società italiana è divenuta gradualmente – ma inesorabilmente – una società delle immagini. Le immagini sono una parte fondamentale del racconto della realtà che ci circonda. I mass media erano dunque più che abituati all’utilizzo delle immagini, ma non hanno colto fin da subito le potenzialità informative di Instagram, ritenendo che i giovani presenti sulla piattaforma non fossero un target commerciale per loro interessante.